Una delle prerogative più importanti del consiglio provinciale è la cosiddetta «funzione di controllo» che viene esercitata «dai singoli consiglieri/dalle singole consigliere tramite interrogazioni a risposta scritta, interrogazioni su temi di attualità, raccolta di informazioni nonché commissioni d'inchiesta.
Sempre dal sito del consiglio provinciale si legge che, in merito alla «Interrogazione con risposta scritta», essa è «lo strumento più semplice e più tipico che i consiglieri e le consigliere ha (NdA: ha?) a disposizione per l'esercizio della loro funzione conoscitiva e di controllo dell'attività della Giunta provinciale: essa consiste nella semplice domanda, presentata in forma scritta, rivolta al presidente della Provincia o a un assessore/un'assessora, per sapere se un fatto sia vero, se alcuna informazione sia pervenuta alla presidenza del Consiglio o alla Giunta o se sia esatta, se la presidenza del Consiglio o la Giunta abbiano assunto o intendano assumere decisioni su determinati oggetti, o comunque, per sollecitare informazioni o spiegazioni sull'attività della pubblica amministrazione. L'interrogazione deve essere presentata per iscritto al/alla presidente del Consiglio, che la trasmette all'interrogato/a. Questi ha l'obbligo di fornire, sempre per iscritto, completa e tempestiva (entro 30 giorni) risposta all'interrogazione. Qualora la risposta non sia pervenuta entro 60 giorni, il/la presidente del Consiglio dà lettura dell'interrogazione nella seduta successiva del Consiglio provinciale e sollecita l'interrogato/l'interrogata a rispondere entro i successivi 8 giorni. A cura della presidenza del Consiglio copia di ogni interrogazione e di ogni risposta pervenuta è trasmessa, per conoscenza, a tutti i consiglieri/tutte le consigliere provinciali.»
Sorvolando per amor di carità sul tremendo svarione in italiano, ciò che invece non balza immediatamente agli occhi è il fatto che l'esercizio della funzione di controllo può costituire esso stesso una funzione di controllo per quanto concerne l'operato del consigliere provinciale. In altre parole, è proprio verificando il controllo effettuato dall'eletto in consiglio che si può capire quanto quest'ultimo eserciti la sua funzione: vale a dire, lavori.
Premesso che quanto scritto sopra riguarda essenzialmente i consiglieri cosiddetti di opposizione e considerato che l'insediamento del consiglio provinciale bolzanino è avvenuto già nel mese di novembre 2013, secondo quanto riportato ad oggi dal sito del consiglio provinciale di Bolzano sotto la voce «atti politici» la palma d'oro degli eletti meno operosi spetta all'eletto del movimento 5 stelle. Nel senso che a suo carico non risulta ancora nulla: nemmeno una semplice interrogazione a risposta scritta.
Tra gli slogans che hanno accompagnato l'elezione del consigliere grillino, in particolare se ne ricorda uno (a dire il vero, sempre lo stesso): «apriremo il consiglio provinciale come una scatola di tonno». E come pensano di fare, se in due mesi non hanno prodotto nemmeno uno straccio di interrogazione? Che dire: si saranno persi l'apriscatole per strada. Morale finale: «Quis custodiet ipsos custodes?» Tradotto ad usum grillini: «Chi sorveglia i sorveglianti stessi?».
Note
Il link alla pagina del consiglio provinciale citata:
http://www2.landtag-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_dati_essenziali_atto.asp
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