Advertisement
Advertisement
Lingua e scuola

La seconda lingua nelle scuole

I metodi e le visioni per insegnare ed imparare la seconda lingua nelle scuole dell'Alto Adige sono cosi divergenti come i politici dai quali provengono.
Di
Ritratto di Christine Helfer
Christine Helfer05.09.2013

Support Salto!

Ogni abbonamento è un sostegno a un giornalismo indipendente e critico e un aiuto per garantire lunga vita a salto.bz.

Salto Plus

Liebe/r Leser/in,

dieser Artikel befindet sich im salto.archiv!

Abonniere salto.bz und erhalte den vollen Zugang auf etablierten kritischen Journalismus.

Wir arbeiten hart für eine informierte Gesellschaft und müssen diese Leistung finanziell stemmen. Unsere redaktionellen Inhalte wollen wir noch mehr wertschätzen und führen einen neuen Salto-Standard ein.

Redaktionelle Artikel wandern einen Monat nach Veröffentlichung ins salto.archiv. Seit 1.1.2019 ist das Archiv nur mehr unseren Abonnenten zugänglich.

Wir hoffen auf dein Verständnis
Salto.bz

Abo holen

Bereits abonniert? Einfach einloggen!

Advertisement
Advertisement
Ritratto di Enrico Hell
Enrico Hell 6 Settembre, 2013 - 19:21
La Giunta provinciale ha definito ( delibera n. 1034 dell’8 luglio 2013) i criteri per l’insegnamento CLIL nelle scuole tedesche, e cosi' ha posto le basi giuridiche per l'insegnamento di materie in seconda lingua. Questa sembra essere una vera e propria svolta rispetto alle paure generate in passato dall'articolo 19 dello Statuto di autonomia nel mondo politico tedesco. La delibera della provincia definisce con assoluta chiarezza il CLIL, che consiste nell’utilizzo di un’altra lingua per la trasmissione sia di contenuti disciplinari che di lingua, con l’obiettivo di promuovere la padronanza sia dei contenuti disciplinari che della lingua e consente progetti CLIL nella scuola tedesca fino a un massimo di due discipline e per massimo del 50% delle materie coinvolte. La delibera prevede anche che la prosecuzione dei progetti sia subordinata a una valutazione positiva da parte della scuola (autovalutazione), mentre la Provincia viene impegnata ad attivare corsi formativi per gli insegnanti CLIL. La scuola italiana da anni percorre la medesima direzione, ma finora non è riuscita a darsi una base normativa solida tanto quanto sta facendo la scuola tedesca. Tutto per il momento è sembrato casuale e non regolato nella scuola italiana. Non si è prevista alcuna autovalutazione, non ci sono stati impegni della Provincia per la formazione degli insegnanti. La valutazione dei risultati sembra essere affidata agli esami di certificazione linguistica internazionale del tedesco, che testano solo la competenza linguistica, non quella delle materie trattate in seconda lingua. Dunque la scuola italiana deve imparare dalla scuola tedesca per quanto riguarda la progettazione CLIL. Meno trionfalismi, meno discorsi sul dichiarato e piu' dati sull'agito, questo è il nuovo atteggiamento che la serietà dell'approccio della scuola tedesca impone anche ai responsabili politici della scuola italiana. Siamo ora in attesa e auspichiamo una delibera analoga, chiara e ben strutturata.
Advertisement
Advertisement
Advertisement