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Il saggio

L'odio evaporato

A trent’anni dalla pubblicazione di “Sangue e suolo”, Sebastiano Vassalli torna a scrivere di Sudtirolo, corregge il tiro, ma sbaglia ancora bersaglio.
Von
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Gabriele Di Luca02.06.2015

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Kommentare

Bild des Benutzers Hans Knapp
Hans Knapp 04.06.2015, 22:56
Das möchte ich unterstreichen: "Affinché il Sudtirolo possa davvero assumere il ruolo di un “laboratorio di civiltà, che tra mille ostacoli cerca di superare i vecchi problemi e di aprire nuove prospettive anche per gli altri continenti” (queste parole, che traggo dal testo, non sono però riferite al Sudtirolo, bensì all’Europa), sarebbe forse opportuno spendere meno energie nei tardivi festeggiamenti della nostra “grande storia” e dedicarci rapidamente a comprendere il più vasto contesto dal quale stiamo cercando invano di proteggerci."
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Maximilian Benedikter 06.06.2015, 22:07
Caro Gabriele, riesci sempre a donarmi qualche ricordo che mi sono dimenticato o spunto su cui riflettere. Solo un'appunto: il cosiddetto disagio degli italiani ha ragione d'essere o no? Forse questo disagio almeno può essere concesso a classi sociali deboli?
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Gabriele Di Luca 07.06.2015, 20:47
Sul tema del "disagio degli italiani" si potrebbe cominciare (o ricominciare a discutere) solo sottoponendo i termini "disagio" e "italiani" (e forse anche la congiunzione "degli") a uno snervante (per chi lo fa e per chi lo legge) lavorio di decostruzione. Meglio continuare a sorvolare, come stiamo facendo tutti da una decina di anni a questa parte. Se proprio però a qualcuno interessasse approfondire, basta leggersi i libri di Lucio Giudiceandrea e Aldo Mazza.
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Guido Gentilli 08.06.2015, 10:23
Non ho il letto il libro e non lo farò, perché condivido in pieno le critiche Di Luca su "sangue e suolo". In più, devo aggiungere che quel libro mi era sembrato esageratamente emotivo, difetto che detesto. Meglio amare Vassalli per quello che è realmente, un grande romanziere.
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