La confezione da tre bottiglie faceva bella mostra di sè in uno scaffale di un supermercato irlandese e leggere sotto al marchio "Forst" la scritta "birra italiana" con tanto di bandiera tricolore ha inizialmente destato un certo stupore, poi ha scatenato una risata, infine un'alzata di spalle.
Perchè la Forst è presente in ogni città del Sudtirolo con il classico marchio "Spezialbier-Brauerei Forst", non c'è festa di paese che non ospiti il classico stand per la spina, ma del tricolore non vi è traccia alcuna.
L'azienda, evidentemente, gestisce il proprio marchio territoriale a seconda del contesto, niente di male, anzi. A quanto pare non è nemmeno l'unica, visto che, questa volta in Inghilterra, sotto al marchio Loacker in ogni confezione della "Gran Pasticceria" si legge "Pure goodness from the heart of the Italian Alps". Auna di Sotto trasformata nel "cuore delle Alpi italiane".
Qualcuno storcerà il naso, qualcuno griderà al tradimento, ma non c'è nulla di cui stupirsi. Meglio fingere l'appartenenza ad una identità collettiva che non sentiamo nostra, piuttosto che snaturare la nostra identità individuale. Meglio mettere un tricolore sulla confezione o snaturare la qualità del proprio prodotto per andare incontro ai voleri altrui? Loacker e Forst hanno la sede in Italia, dovrebbero subirne solo gli svantaggi?
Fare l'italiano a Londra, il sudtirolese a Roma e l'europeo a New York può essere molto divertente e in sintonia con i tempi. Se qualcuno preferisce guardare al passato e difendere orrendi manufatti in cemento o indossare pantaloni di cuoio per le feste comandate, sono problemi suoi. Ognuno cerca le rassicurazioni che preferisce.
In una memorabile vignetta di Altan si legge "Più uno è nessuno, più è geloso della propria identità", ma cercando di essere meno provocatori, portando un po' più di argomenti, vale la pena di citare uno che di identità se ne intende, Zygmunt Bauman che sembra parlare proprio di alimenti e monumenti: "I padri fondatori dell’Europa unita, hanno costruito l’Europa dalla porta della cucina, non dall’ingresso monumentale, coordinando e integrando la produzione di carbone e acciaio e senza porsi il problema della cultura europea, dell’identità europea e neppure della comunità europea. Hanno creato un fatto compiuto, confidando che esso, una volta sistemato, avrebbe poi creato la sua stessa logica giustificante. In questo modo pragmatico e concreto sono riusciti dove tutti gli sforzi di unificazione attraverso la fede o la forza erano miseramente falliti nei secoli precedenti".
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