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Terzo Statuto

“Autonomiekonvent: propaganda per SVP, PD e Verdi"

Ulli Mair dei Freiheitlichen si scaglia contro le proposte di legge per istituire la convenzione: “l’autonomia territoriale va contro la salvaguardia delle minoranze”.
Von
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Luca Sticcotti09.02.2015

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Kommentare

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utente cancellato 10.02.2015, 07:58
"l'autonomia é una questione che riguarda solo le minoranze tedesche e ladine" Eccerto Frau Mair! Infatti la potente e numerosissima maggioranza italiana di questa terra é rinomatamente contraria all'autonomia, odia la propria terra e se potesse scegliere si farebbe annettere all'abruzzo. A noi l'autonomia non sta a cuore!
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T M 14.02.2015, 13:09
Considero innanzitutto positivo che si sia finalmente arrivati all'istituzione di una Convenzione per la riforma dello statuto di autonomia del nostro Sudtirolo. Come è comune in questi casi, circolano malumori e insoddisfazioni, nelle fasi preparatorie, durante i lavori e a convenzione conclusa. Tutte le parti dovrebbero però mettere da parte le perplessità e accogliere con entusiasmo la Convenzione, partecipando con maturità e genuina voglia di contribuire. Le parti interessate non sono, e non dovrebbero essere, però solamente quelle relative ai gruppi linguistici tedesco e ladino, ma sicuramente anche a quello italiano. Non dimentichiamo che oggi più che mai, in un'Europa in cui le tanto celebrate (quanto fantomatiche) identità nazionali vanno scomparendo, sarebbe un grosso errore credere che il gruppo sudtirolese di lingua italiana sia "a posto", che si dica uniformemente italiano (facciamo finta di sapere tutti cosa sia l’“italianità”) e che a distanza di quasi un secolo dall’annessione del nostro Sudtirolo all’Italia sia ancora considerabile un gruppo ospite (se non intruso). Credo che debba essere chiaro a tutti che la lingua non può essere il discrimine secondo cui si definisce l’appartenenza di un certo gruppo di persone ad una determinata area geografica; con ciò non voglio però negare il fatto che il gruppo tedesco sia il migliore rappresentante e custode di un patrimonio di tradizioni legate al Sudtirolo, se non altro per il fatto che siano usi e costumi che si sono sviluppati in seno alla comunità germanofona e solo in parte siano stati assimilati dal gruppo italofono. Nel dibattito interno alla convenzione «temi come autodeterminazione, indipendenza ed Euregio» possono e devono trovare spazio, ma non possono essere gli unici e nemmeno i principali: credo che la riflessione e il lavoro della Convenzione debba riguardare la provincia nel suo complesso e per quella che è oggi, senza fomentare e aggrapparsi a patetici quanto anacronistici micro-patriottismi locali. L’autonomia non è e non deve essere un qualcosa di superato e la richiesta di applicazione di un ordinamento simile al nostro in area veneta e lombarda dovrebbe essere accolta positivamente da Roma e motivo d’orgoglio per noi sudtirolesi. Proprio anche in questa direzione deve muoversi l’operato della convenzione: il miglioramento dell’autonomia potrà avere tra gli effetti anche lo sviluppo di un nuovo e migliore modello di amministrazione locale che possa essere applicato altrove. Questo non sarà possibile finché l’autonomia rimane solamente relativa a questioni di natura etnico-linguistica e “per tutto il resto” si punta ad un’indipendenza territoriale, come alternativa migliore all’autonomia territoriale. È innegabile e non trascurabile la presenza di spiriti secessionisti in provincia e proprio per questo è importante che in seno alla convenzione anche tali correnti abbiano una voce e che insieme si possa capire quanto la volontà di indipendenza sia concreta o piuttosto sia un mero ideale, quasi un mantra che molti si sono abituati a ripetere. Al centro non devono esserci gli ideali, ma temi concreti; chiediamoci cosa sia sensato discutere a livello locale, cosa invece a livello italiano e quali temi vadano affrontati a livello europeo.
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