In un momento di difficoltà economica nel quale anche le banche chiudono i rubinetti, la partecipazione collettiva alla realizzazione di progetti di ogni genere sembra essere una delle soluzioni per inventori e coraggiosi con grandi idee e piccoli portafogli. La raccolta di donazioni non è certo un'invenzione della rete, ma la fruibilità e la diffusione capillare che questa permette l'hanno trasformata in luogo ideale per raccogliere soldi per un progetto.
Una realtà su tutte fa da padrona: il sito americano Kickstarter, nato nel 2009, ma che l'anno scorso, forse proprio a causa della crisi, ha avuto il suo anno migliore. Ottavia Spaggiari, sulle pagine del mensile Vita.it, riassume in cifre il favoloso 2012 per questo portale di raccolta fondi:
Le persone che hanno deciso di investire sui progetti della piattaforma, sono state 2 milioni in 177 paesi. 600 mila supporter hanno sostenuto più di un progetto, mentre in 50 mila hanno finanziato più di 10 progetti.
Ma come funziona il crowdfunding? Esistono tre modalità con le quali il finanziatore può essere invitato a partecipare a un progetto. Chi chiede agli utenti della rete di finanziare un progetto può offrire una ricompensa (una copia del prodotto, parte del ricavato, gadget), se il progetto è un investimento finanziario dividere con i cosiddetti "backers" il ricavato dell'azione, oppure il crowdfunding può essere utilizzato per progetti sociali come il prestito di microcrediti a chi vive in paesi in via di sviluppo. I tre modelli sono esplicati bene in questo articolo preso da crowdfuture.net:
Il punto forte delle piattaforme di crowdfunding non sta solo nell’offrire una soluzione “chiavi in mano", ma anche nel fatto che, attraverso le loro attività di routine, sviluppano conoscenze e esperienza che si rivelano spesso fondamentali.
Ma cosa si può fare con queste donazioni, in concreto? Nel 2012, grazie a Kickstarter, sono state realizzate idee anche molto costose: videogiochi, satellitii, orologi e film. Ubuntu sta pensando di costruire uno smartphone grazie al contributo volontario degli utenti, e non mancano gli esempi di finanziamenti per il giornalismo, come il tedesco Krautreporter.de: il buon giornalismo finanziato dai sostenitori.
Il crowdfunding è una frontiera in movimento, anche in Italia. Sempre più ricerche su google riguardano questi progetti. A maggio 2012 nessun cittadino italiano aveva digitato la parola "crowdfunding" sul noto motore di ricerca. A 12 mesi di distanza si è raggiunta quota 100. Ma evidentemente i tempi non sono ancora maturi. Se Kickstarter, ormai sul mercato da anni, conta donazioni per 600 $ al giorno, altrettanto bene non va per il tricolore crowdfunding-italia. Il sito è giovane, ed è un peccato che nessun progetto abbia fino ad ora raggiunto l'obbiettivo. Forse noi italiani abbiamo ancora bisogno di tempo, e di un'iniezione di coraggio.
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