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Assolutamente d'accordo. Sarebbe l'ora di farla finita con questo scandalo assoluto, che tra l'altro presenta vari aspetti incostituzionali, ma si sa, quando si tratta del Vaticano anche la costituzione diventa flessibile. Come dice bene l'articolo, un insegnante di religione può fare a meno della laurea, gli basta l'attestato del vescovo e può essere inserito nelle graduatorie scolastiche dopodiché se riceve l'incarico viene pagato dallo stato italiano e , immagino, dalla provincia nel caso del Sudtirolo. Se lo stesso insegnante non "piace" più al vescovo può essere addirittura licenziato. Per questo è sufficiente che il vescovo dichiari che la persona in questione non è più conforme all'ortodossia cattolica e ai principi della vita cristiana. Non è necessario essere omosessuali, basta fare o dire qualcosa di sgradito alle gerarchie ecclesiatiche, come è successo recentemente a Palermo. Ora, non è un mistero che fare l'insegnante di religione non sempre è una vocazione ma talvolta un ripiego per coloro che vorrebbero insegnare, ma o hanno un semplice diploma di liceo o hanno una laurea in materie umanistiche, con cui non è facile trovare lavoro. Quindi l'obiezione più comune è: perché hanno chiesto di diventare insegnanti di religione, potevano cercarsi un altro lavoro, no? Ma il punto invece è: perché lo stato laico ha accettato l'ingerenza di un'autorità religiosa per assumere degli insegnanti e pagarli, quando agli altri richiede determinati titoli, il concorso e quant'altro previsto dall'ordinamento giuridico per i dipendenti pubblici? E perché accetta l'ingerenza della medesima autorità religiosa addirittura per licenziarli, quando per gli altri è previsto tutto un particolare iter come da contratto e come da principi costituzionali?
Bei der Anschaffung des Religionsunterichtes bin ich ganz bei Ihnen, was man aber unter einer weltanschaulich neutrale Wertevermittlung verstehen soll würde ich gerne wissen. Werte sind doch weltanschaulich gebunden.