Ha raccontato la Storia della trattativa tra lo Stato e la mafia. È una storia disarmante, fatta di complicità, bassezze, viltà che continuano ad avere pesantissimi effetti sulla nostra quotidianità.
Travaglio la racconta alla sua maniera, allineando un’impressionante serie di fatti, supportati da dati, sentenze, atti processuali ed alternandoli a stilettate sarcastiche ai danni dei “cattivi” di turno.
È davvero difficile trovare una falla nelle sue argomentazioni e, dunque, ci si aspetterebbe che le persone reagissero con rabbia, pretendendo a gran voce che non esista neanche l’ipotesi di una minima reticenza che intacchi la possibilità di fare chiarezza sulla vicenda. Ma in italiana, purtroppo, la persona lascia spazio al tifoso e il tifoso italiano non vuole giustizia: vuole che vinca la squadra per la quale ha scelto (senza che ci sia mai stato necessariamente un motivo) di parteggiare.In “È Stato la mafia” i fatti riportati dimostrano la colpevole connivenza (non foss’altro che sotto forma di omessa volontà di fare chiarezza) delle massime istituzioni contemporanee e proprio questo (!), paradossalmente, fa sì che l’italiano medio, aiutato da gran parte dell’informazione, tenda a non voler credere loro.
I supporter di Berlusconi, a destra, e di Napolitano, a destra e a manca, preferiscono trincerarsi dietro un “ma sì, si sa che Travaglio ce l’ha con Lui”, piuttosto che aprire gli occhi e scoprire che Babbo Natale non esiste. È amareggiante vedere come ancora oggi tutti le maggiori testate aprano con la notizia delle dimissioni di Galliani da AD del Milan, dimenticandosi, o quasi, del fatto che nelle stesse la Procura di Palermo ha ribadito che il Presidente della Repubblica non può rifiutarsi di testimoniare in un processo riguardante la trattativa tra lo Stato e la mafia.Ho ascoltato mille volte la storia raccontata da Marco Travaglio; mille volte continuerò ad ascoltarla e, nel mio piccolo, a raccontarla sperando che presto, molto presto, non si debba più dover constatare che in Italia "non è vero ciò ch’è vero, ma è vero ciò che piace!"
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