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Non ne ho nessun merito ma mi rallegro molto nell'essere il primo a intervenire. I complimenti a Fabio per il pezzo sono superflui e forse (ma spero davvero di no) anche il mio abbraccio, dolce e forte, a Rosetta. Lei è stata la mia insegnante al "Torricelli" per due anni fino alla Matura. Per vari motivi frequentavo molto anche Alex Langer. Ho imparato da loro, almeno qualcosa, senza che mai questi due magnifici ragazzi si mettessero in cattedra.
La mia impressione è che non ci sia da parte di entrambi gruppi linguistici un vero interesse all'apprendimento dell'altra lingua, altrimenti si sarebbero trovate valide soluzioni dopo tutti questi anni.
Sono d'accordo con la conclusione di questo bellissimo articolo di Fabio Gobbato:
"Quella di Rosetta Infelise Fronza (...) è stata una rivoluzione piuttosto grande che ha permesso di aggirare legalmente l’interpretazione restrittiva data all’articolo 19 dello Statuto. Ma, per portare gli effetti sperati, avrebbe dovuto essere accompagnata da una miriade di altri passi che nessuno ha finora ha avuto la minima intenzione di fare."
I passi ad oggi non fatti sono davvero molti e cerco di elencarli e descriverli:
- I passi mancanti della politica.
la politica non ha mai proposto norme positive per una interpretazione dell'articolo 19 che includesse l'immersione. Fa accezione una proposta di modifica dell'art 19 dello Statuto, presentata nel 2017 dall'allora senatore indipendente Francesco Palermo, poi del tutto ignorata al successivo rinnovo delle Camere.
http://www.gebi.bz.it/bilinguismo/?p=141
Ma si potrebbe anche pensare a una norma di attuazione che oggi regolamenti l'introduzione dell'immersione "CLIL", da anni raccomandata dall'Unione Europea, nelle scuole dell'Alto Adige.
- I passi mancanti dell'Amministrazione.
l'immersione di Rosetta Fronza era pensata come un vero e proprio programma di apprendimento a lungo termine di contenuti in altra lingua. Serviva dunque il supporto normativo dell'Amministrazione provinciale per regolamentare il passaggio tra ordini e gradi di scuole diverse secondo un coerente programma di immersione. Infatti se la scuola superiore non conosce quello che è stato fatto linguisticamente e contenutisticamente alle scuola media e la scuola media non conosce quello che è stato svolto alla scuola primaria il programma non funziona. L'amministrazione provinciale questo tipo di supporto normativo non lo sta ancora dando. E i genitori non sanno cosa avverrà al momento del passaggio dei propri figli a una scuola di livello superiore.
- I passi mancanti dei Sindacati.
I Sindacati hanno mantenuto una visione miope secondo la quale l'introduzione dell'immersione linguistica nella seconda lingua "ruberebbe" posti di lavoro agli insegnanti di prima lingua. Per questo assistiamo ancora oggi a resistenze sindacali all'immersione.
- I passi metodologici mancanti.
Non è ancora a tutt'oggi chiaro che l'immersione (o in una sua versione più ridotta "CLIL") propone sempre i contenuti in seconda lingua senza ricorso alla traduzione. L'affiancamento di insegnanti di prima lingua a insegnanti CLIL significa in realtà fare ricorso proprio alla traduzione vanificando la metodologia CLIL e generando costi e organici gonfiati.
Non è nemmeno a tutti chiaro che l'immersione non sacrifica mai le materie alla lingua. Se questo avviene e a giustificazione si ricorre all'affiancamento di insegnanti di materia in prima lingua, allora quella non è immersione o non è un buon CLIL.
-La mancanza di consapevolezza teorica.
L'immersione presuppone che ogni lingua sia di per se capace di esprimere i medesimi contenuti fondamentali. In Alto Adige tuttavia, è radicata la convinzione opposta che lingua e cultura siano aspetti inscindibili, due facce della medesima, unica medaglia. Secondo questa ipotesi una lingua soltanto può esprimere una cultura. Questa ipotesi è alla base della posizione SVP volta a mantenere scuole rigidamente monolingui con l'obiettivo di non compromettere, nel caso della scuola in lingua tedesca, la cultura tedesca. Questa ipotesi giustifica tuttavia anche chi, pur essendo genericamente a favore di una scuola bilingue, nega il valore dell'immersione, a volte bollandola come utilitaristica e argomentando che solo l'incontro interculturale, in particolare al di fuori dalla scuola, può dare lingua. Serve quindi una seria riflessione teorica in Alto Adige sul rapporto lingua cultura.
- I passi mancanti del mondo accademico
Ad oggi l'Università del territorio non ha ancora realizzato un intervento sistemico e non episodico per il monitoraggio e la valutazione dei programmi di immersione e per la correlata formazione degli insegnanti.
La ricerca accademica inoltre sembra avere spesso come presupposto guida l'ipotesi Whorf-Sapir (lingua e cultura come aspetti inscindibili).
- I passi mancanti della società.
L'azione di stimolo delle famiglie è fondamentale per la realizzazione di un programma di immersione. Ad oggi le famiglie non sembrano rivestire un ruolo di reale interlocuzione con Amministrazione, Politica e Ricerca.
Grazie a Rosetta Fronza per la preziosa testimonianza, e grazie davvero a Fabio per averla raccolta. È importante ricordare e capire quella stagione di cambiamento e le preziose persone che l’hanno popolata - a noi la riflessione sulla miriade di altri passi mancanti.
Was ist geblieben? Die heutigen Linken sind FfF und die Kleber. Selbst ihre Gegner müssten eigentlich hoffen, dass sie erfolgreich sind.