Ero a Milano, in visita dai parenti. Essere in una città spesso ti porta ad assumerne le abitudini. E infatti in quel sabato d’agosto, in una città deserta, abbiamo deciso (come ogni milanese farebbe) di dedicare la nostra giornata all’acquisto di generi necessari da tempo. Ci serviva, in effetti, una cosa fondamentale come lo sono i contenitori da frigo.
Avendo la possibilità di andarli a cercare non in un piccolo negozio, ma in un grande magazzino come l’IKEA, siamo andati all’IKEA. Non eravamo gli unici. La città era deserta ma l’IKEA era piena.
Siamo entrati con il bisogno di 3 contenitori da frigo e siamo usciti con un carrello che conteneva:
- 3 sedie da cucina
- 3,3 m di binari da tenda
- 6 tende in bambù
- 1 lampada da tavolo a funzionamento solare (che tuttora non si è accesa)
- 4 confezioni di tovaglioli colorati
- 12 bicchieri da vino (chè i 12 che abbiamo preso l’ultima volta si romperanno)
- 1 copripiumone con federa
- 4 portaspezie in comoda confezione spargisale
La pentola da pasta l’abbiamo rimessa sullo scaffale dopo lunga discussione (“Ce ne abbiamo già una!” “Si, ma quella è vecchissima!” “Ma non è per niente rotta!” “Ma questa è molto più carina!” “Non ci serve!”). In compenso siamo andati a pranzo all’IKEA (polpette per i carnivori, cuscus per i non). Non abbiamo trovato dei contenitori da frigo ma abbiamo speso 170 Euro lo stesso.
Non mi sembra un gran risparmio, tutto sommato.
Ci vogliono far credere invece che avere un centro commerciale fa risparmiare. Che conviene. Non sono d’accordo. Primo perché non si risparmia e questo è appurato anche da studi al di là della mia piccola storia personale. Secondo per un motivo ben più politico. E culturale. Se andate a Milano o in un’altra grande città vedrete presto che andare al centro commerciale è diventato il senso ultimo dello svago, del tempo libero, dell’esistenza.
Vedrete code, ansie e lotte di parcheggio davanti a degli edifici orrendi di colori improbabili.
Vedrete orde di persone che si muovono in questi edifici, con luce artificiale e aria condizionata, senza accorgersi della stagione che fa, né del tempo che passa nel modo più inutile.
Capisco l’utilità di risparmio delle famiglie, specie di questi tempi, dove il nostro guadagno vale sempre meno. Quello che voglio dire è che il centro commerciale (del quale tanto litighiamo) non porterà questo risparmio ma ci porterà invece ad essere macchine da consumo. Volenti o nolenti lì finiremo. Perdendo il nostro prezioso tempo vitale in luoghi interscambiabili (ditemi qual è la differenza tra l’IKEA di Innsbruck e quella di Brescia!) e dimenticandoci di quello che è la vera destinazione del nostro tempo “libero”: ritrovare noi stesse/i e curare le nostre relazioni.
Invece sta lì la vera ricchezza. Ne sono convinta.
P.S. Dimenticavo di dire che abbiamo scoperto dopo che ci servivano 3,8 m di binari da tenda. Dovremo quindi tornarci presto, all'IKEA.
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