L'Islam non è un monolite. «Noi» cristiani dovremmo saperlo, divisi come siamo tra mille confessioni che a malapena riconosciamo. L'Islam che oggi avrebbe sfilato per Bolzano, non è affatto Islam ma, sembra, una setta, del tutto minoritaria.
Si, una setta, come i Testimoni di Geova, che nessun occidentale considererebbe rappresentativi della sua civiltà.
Una piccola e innocua setta che proviene dal sud est asiatico (sopratutto Pakistan e Bangladesh). Parlano una lingua di quel posto, non l'arabo. Quando dicono (dai video si capisce) "RasulaLlah", che significa "Messaggero di Allah", si sente che l'accento non è arabo. E' chiaro per chi conosce l'arabo, non per coloro i quali basta un turbante e una barba per vedere l'Isis minaccioso.
Quella che ha sfilato oggi a Bolzano, è la setta dei «turbanti verdi», che la maggior parte dei Musulmani considera quantomeno deviata. Presenti con un piccolo centro a Rovereto, sono molto isolati dalla comunità islamica. Un gruppo che sicuramente oggi ha attirato altra gente, ma che non rappresenta l'Islam.
Per la nascita di Maometto, infatti, i Musulmani non fanno feste, semmai commemorano, senza sfilare.
Anche la data è curiosa. Il Mawlid, ovvero la nascita del profeta, quest'anno è stata all'incirca verso Natale. I Musulmani utilizzano l'anno lunare, quindi, la data di commemorazione cambia di anno in anno la data. Non si capisce (chiederemo) perché festeggino con 15 giorni di ritardo!
Quindi, chi sostiene (sono già in molti) che in questa sfilata si inneggiasse contro l'Occidente, dovrebbe essere in grado di parlare comunemente il dialetto pachistano rappresentato nei video e, soprattutto, essere un membro stesso di questa setta che, così facendo, denuncerebbe. Curioso!
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