E' ignoto o ignota la figura del militante che sta fuori dal PD, che a me piace di più chiamare attivista, perchè è attivo, non è militante perchè milita e quindi non prende ordini. E' ignoto o ignota, ma c'è, basta cercarlo. E se il PD cerca gli attivisti, li trova e sono vivi e vegeti, con la voglia di partecipare. Ecco due numeri:
223 persone che hanno risposto al questionario online, lanciato in agosto, sulle priorità politiche del PD di cui il 65% non è iscritto al PD.
200 presenze ha registrato la costruzione del programma partecipato per Bolzano, attraverso i tavoli di lavoro
1791 i votanti alle primarie di coalizione per la scelta del candidato alla carica di Sindaco/a
14 i candidati che si sono presentati, finora, spontaneamente attraverso la piattaforma online lanciata una settimana fa.
Sono noti invece gli assenti alle assemblee, che decidono di dimostrare così il loro dissenso, anche se il o la militante ignota fatica a capirli, perchè si aspetterebbe, che in quella sede, i noti si ritrovassero per discutere e poi decidere.
Al militante ignoto io ci credo, e credo che le potenzialità del PD siano anche e soprattutto fuori dal PD stesso, visti i numeri di persone che ancora investono tempo, energie e passione e considerano che il PD sia un interlocutore interessante.
E' per questo che ho preso molto seriamente la proposta di Liliana Di Fede, di costruire una segreteria che riannodasse i fili con le cittadine e i cittadini. E i fili piano piano si stanno riannodando, talvolta sono ricami, talaltra sono rammendi, ma si respira un'altra aria.
35 sono al momento le persone che hanno ufficializzato la propria candidatura, a cui se ne aggiungeranno altre, che si stanno spicciando per fare i documenti necessari, che si avvicinano al PD, che usano il loro tempo per parlare con noi di ciò che a loro sta a cuore e che non chiedono nulla in cambio, se non il riconoscimento del valore del loro impegno. Chiedono di non essere lasciate sole ad affrontare una candidatura, di essere parte di un progetto, di sentirsi squadra, chiedono, anche, perchè non siano state chiamate prima, a far parte del progetto e alcune di loro ci domandano, perchè si faccia tanta fatica a riconoscere a chi si è impegnato con energia, dedizione e cura per il PD un posto come capolista o in una testa di lista.
Anch'io me lo sono chiesto, non ho diritto di voto in assemblea, ma credo che sarebbe stato un bel riconoscimento del valore delle persone, e del loro spendersi per il bene del PD, la composizione di una testa di lista con Sandro Repetto in cima, che ha dimostrato di saper costruire un consenso personale concreto, Cristina Zanella e Alessandro Huber che ci hanno messo la faccia, il tempo e l'energia per portare tante persone a votare alle primarie del PD e che probabilmente senza di loro come candidati, non sarebbero andati a votare.
Sarebbe stato anche un bel segnale per tutti i militanti e le militante ignote, dimostrare di essere un partito che sa premiare chi ha il merito di avere dato il massimo. E invece no. Avvitati nelle ruggini, più orientati ai rancori dello specchietto retrovisore, che alle opportunità offerte dal parabrezza, stiamo perdendo una bella occasione.
Nota a margine. Claudio Degasperi che è intelligente, ma non si applica, offre un posto in testa di lista a Sandro Repetto, che signorilmente declina.
Non si può dire che Artioli & band non siano dei maestri nei colpi di teatro, nei selfie e negli slogan, anche se scorrendo le loro bacheche manca qualche dettaglio su ciò che hanno fatto, faranno o vogliano fare oltre ai selfie.
Di certo un suggerimento a Degasperi mi sento di darlo, il PD ha sicuramente tanti limiti, ma è un Partito che è Democratico nel nome e nei fatti e la segreteria, che lui incolpa di non aver deciso e che ha potere esecutivo, ha proposto al comitato elettorale sia l'opzione Sandro Repetto capolista, che la testa di lista a tre Repetto, Zanella e Huber. A queste opzioni si è aggiunta quella dell'ordine alfabetico, ed è l'Assemblea che dovrà deliberare in tal senso.
Possiamo essere sfilacciati, di tanto in tanto apparire un po' sgualciti, litigiosi e rancorosi, ma restiamo il primo partito a Bolzano, abbiamo un programma che va al di là dei 400 militari in città, non vendiamo paure, non speculiamo sui più deboli per conquistarci una manciata di voti e i militanti ignoti credono in noi e nella democrazia, che seppure talvolta è lenta e complessa nel giungere ad una decisione, permette a tutti di dire la propria.
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