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A 40 anni dal censimento1981, sono impressionato nel rileggere le parole usate allora per definirlo e riprese ora in un reprint: "nuove Opzioni".
Erano parole poco rispettose della storia 40 anni fa e lo sono ancor più oggi.
Le opzioni sono state una tragedia immane per le popolazioni che le hanno subìte: i Sudtirolesi nel 1939, gli Italiani dell'Istria nel 1947.
Parliamo sì del nostro censimento, ma rispettiamo la memoria delle vittime delle brutali opzioni (con conseguenti esodi), imposte a centinaia di migliaia di nostri concittadini.
Gentile Alberto, si tratta della ristampa di un documento storico (tra l'altro molto interessante se riletto con le lenti contemporanee) e quindi è stato solo ripreso il titolo originale dell'epoca:
http://unacitta.it/materiali/Achtung-censimento/
Non tutto fu giusto, ma parliamo pure di un'altra stagione dell'autonomia, di altre sensibilità, di altre forme di lotta. Per quanto mi riguarda, nel 1981 non ero nemmeno nato e, come vedi, il mio modo di esprimermi è inevitabilmente un altro.
p.s. anche raffrontare le Opzioni del 1939 con il cd. esodo istriano del 1947 mi pare una forzatura storica, che fa un po' del torto a chi subì tali (differenti) vicende.
Das endlose Wiederholen dieser altbekannten Argumente wird langsam langweilig, vor allem weil die Argumente durch das Wiederholen weder glaubwürdiger noch schlagkräftiger werden. Unterm Strich bleibt daher immer der Verdacht, dass es sich im Grunde nur um das Unbehagen (disagio) der Italiener handelt, dass in dieser mit so viel Blut erworbenen Provinz immer noch Deutsch gesprochen wird. Selbst Bürgermeister, die mit Trikolore-Schleife die italianità Südtirols beweisen wollen, können aber die Tatsachen nicht ändern.
Unbehagen kann es auch bei den deutschsprachigen Südtirolern geben. Zum Beispiel bei jungen Leuten, die Schwierigkeiten haben, Italienisch zu lernen. Oder unter denen, die auswandern, weil sie sich in diesem ethnisch geteilten System nicht wohl fühlen. Das ist nicht nur ein Problem "der Italiener".
Ich frage mich, wer diese Daten braucht, wem sie nützen, und wozu. Alles für den Proporz, um uns weiterhin schön trennen, und in Prozenten aufteilen zu können? Diese Zeiten sollten doch lange vorbei, oder?
Sie werden doch nicht „aufgeteilt“ oder „getrennt“.
Sie können frei in Ihrer Muttersprache sprechen, oder in der „zweiten“ Sprache, Sie können sich frei und selbständig mehr dem italienisch-mediterranen oder mehr dem deutschen-kontinentalen Kulturkreis einfühlen, beidem gleichzeitig oder in beidem gemischt.
Niemand teilt auf oder trennt.
Darunter liegend gibt es ein Regelwerk, das versucht, eine klitze-kleine sprachliche Minderheit und kulturelle Eigenart in einem übergroßen Staatsgebilde, das eher schlecht funktioniert und eigen-artige und eigen-artig gefährliche Führungspersönlichkeiten (Z.B. Salvini, Meloni...) nach oben spült.
Wir sind eine freie Minderheit auf diesem Planeten: und das ist, mit Verlaub, weder historisch noch geografisch eine Selbstverständlichkeit.
Natürlich kann man sich über den Sicherheitsgurt aufregen, wenn man langsam und alleine auf einem Fußballfeld herumkurvt... aber das war nicht immer so, und das wird nicht immer so sein.
Natürlich wird aufgeteilt! Die Arbeitsplätze im öffentlichen Dienst werden aufgeteilt, die Kindergarten- und Schulkinder werden aufgeteilt.
Und der Proporz ist für mich kein Sicherheitsgurt, sondern eine nach Sprachgruppen getrennte Strasse. Und an der Kreuzung muss ich entscheiden, in welche Spur ich abbiegen muss, wissend, dass mein Wagen eigentlich für beide Spuren zu breit ist, und damit Blechschäden unvermeidbar sind. Und da frage ich mich halt, ob es nicht besser wäre, mit Sicherheitsgurt, aus den beiden Spuren eine breite Strasse zu machen, wohlwissend, dass es auch dabei einige Geisterfahrer geben wird.
Ma dai, quante storie. “Aggregati” e basta.
Im Text steht, dass ich als Angehöriger der deutschen Sprachgruppe deklariert bin. Ich stelle hier keine rein bürokratische Frage.
appunto
Oggi iltrema delle identità è talmente abusato ed è evidente che qui si scrive di un falso problema, sensibile forse ancora per chi ne ha pochi di veri. (Emojis not available)"costringendolo a stare “di qua o di là”, a volte per un calcolo di convenienza e persino contro la propria più intima volontà" (Emojis not available) Mi spiace, nessuna pena per questa ' dolorosa' scelta , la facciamo tutti, continuamente, frequentemente. Così è la vita.
tema, non trema..opps
discusso con gli studenti: sei Tim o Vodafone, sei etero o sei gay, apple o samsung, mac o pc, playstation o xBox, tiktok o reels, fb o instagram? adidas o nike? Roma o Lazio, Hegel o Nietxsche? Tranquillo non devi scegliere, puoi anche solo aggregarti.
discusso con gli studenti: sei Tim o Vodafone, sei etero o sei gay, apple o samsung, mac o pc, playstation o xBox, tiktok o reels, fb o instagram? adidas o nike? Roma o Lazio, Hegel o Nietxsche? Tranquillo non devi scegliere, puoi anche solo aggregarti.
Tutta l'inadeguatezza di questo commento, probabilmente anche di una visione "culturale", è riassumibile nell'aver messo nello stesso calderone scelte commerciali e orientamento sessuale/identità di genere. Complimenti.
non è una mia opinione, ma uno specchio di cosa oggi si intende per costruzione delle identità. Sulle mie visioni culturali scrivo in altre sedi, può leggerle su accademia.edu.
Nei commenti di un testo sarebbe sembre buona regola evitare personalizzazioni.
non è una mia opinione, ma uno specchio di cosa oggi si intende per costruzione delle identità. Sulle mie visioni culturali scrivo in altre sedi, può leggerle su accademia.edu.
Nei commenti di un testo sarebbe sembre buona regola evitare personalizzazioni.
Gentile dott. Lampis, nessuno le chiede di provare pena. Sono abituato a pensare che il dolore altrui non vada mai sottovalutato, che debba indurci (come faccio qui) almeno a una riflessione. L'argomento "ci sono problemi ben più gravi" è, dal mio punto di vista, un non argomento. Riguardo il suo secondo commento, condivido l'osservazione di Lorenzo Vianini. Saluti.
Il mio argomento non era "ci sono problemi ben più gravi", ma verteva sul fatto che oggi il tema delle " gabbie etniche" è inevitabilmente diluito nel fondamentale moltiplicarsi delle identità, buone o cattive, importanti o meno che esse si possano valutare. Le scelte che, a volte con eccesso di sensibilità, si vogliono troppo definire "dolorose" (!!) si sono moltiplicate, per tutti, tutti i giorni. Riaprire un tema perso nelle nebbie degli anni per questa autonomia non é una idea che trovo buona, mi spiace, ma naturalmente ogni riflessione é benvenuta. Spero anche la mia su una superabile ipersensibilità a certi "dolori".
troppo = troppo spesso
Herr Hartmuth Staffler!
Ich liebe die deutsche Sprache und habe mich sehr angestrengt. Für mich wäre es ein Fest, wenn hier wirklich Deutsch gesprochen würde. Aber das ist gerade unser Problem: Die Italiener, die Deutsch nutzen wollen, haben nicht die Möglichkeit dazu und geben demotiviert ihre Bemühungen auf, ein nutzloses Wissen zu bewahren. Die Zweisprachigkeit gerät in Vergessenheit, und die Unannehmlichkeiten der italienischen Einsprachigkeit fordern ihren Tribut. Die Lösung: eine einzige Schule für alle mit Unterricht in beiden Sprachen nach dem ladinischen Modell.
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Ich glaube, Sie sollten das gegenüber einfach fragen, ob es bereit ist, mit Ihnen in Standarddeutsch zu sprechen. Viele wären sicher bereit dazu. Ich habe diesbezüglich andere Erfahrungen gemacht. Ich wurde schon gefragt und habe das gerne gemacht. Er wollte für die Zweisprachigkeitsprüfung üben. Als er diese bestanden hatte, wollte ich weiter hin mit ihm deutsch reden, aber er war nun nicht mehr dafür motiviert und sprach italienisch.
Gentile signor Sepp Bacher, Quante volte ho seguito il suo suggerimento! E spesso ho constatato le difficoltà che comporta al sudtirolese medio esprimersi in una lingua che usa raramente e nella quale non si sente a suo agio. Va a finire che consapevoli di questo suo disagio, si smette di avanzare la richiesta (che, per trovare risposta, deve essere ripetuta puntualmente, a causa anche di un egoistico suo volersi esprimere nell'altra lingua). Io ho studiato lingue ed ho insistito nella mia volontà di migliorare la mia espressione orale e scritta, ma è la maggioranza che dovrebbe essere messa nelle condizioni di essere facilitata nell'acquisizione di un dignitoso e funzionale bilinguismo.