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I comuni come esempio concreto del coinvolgimento della cittadinanza

Più partecipazione = Soluzioni più adeguate e più coesione

Nonostante la crescente sensibilità dell'amministrazione nei confronti della partecipazione, i cittadini si sentono spesso ignorati. Per capire perché e quali sono le possibili strategie da mettere in campo per realizzare una partecipazione soddisfacente per tutti, la Rete per la Partecipazione organizza per venerdì 22 novembre il convegno „La partecipazione nei comuni rurali”. Al centro ci saranno i risultati di uno studio recentemente portato a termine.
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Come slogan, la partecipazione della cittadinanza è sulla bocca di tutti. Venerdì 22 novembre questa tematica verrà approfondita nell’ambito di un convegno a Bolzano. La Rete per la Partecipazione (che ha sede presso il Südtiroler Bildungszentrum) in collaborazione con il Consorzio dei comuni dell’Alto Adige invita amministratori comunali, iniziative della cittadinanza ed interessati ad uno scambio di esperienze ed opinioni. Da una riflessione congiunta degli attori emergerà quali iniziative strutturali e formative sono necessarie negli ambienti rurali per rafforzare una cultura della partecipazione che sul nostro territorio è ancora poco ancorata.

Le esperienze di singoli attori/attrici vengono sganciate dal contesto delle dinamiche di potere e di influenza a livello comunale per evidenziare che, in fondo, si tratta di partire da posizioni formali ed interessi diversi per perseguire un obiettivo condiviso: lo sviluppo del comune. La manifestazione si presenta come messaggio rivolto all’esterno del progetto “La partecipazione nei comuni rurali”, basato su interviste e studi di caso e sostenuto dall’Ufficio per la formazione permanente dell’assessorato alla cultura in lingua tedesca. La domanda di fondo è: come si presenta la cultura della partecipazione in Alto Adige?

Negli ultimi 15-20 anni nei comuni altoatesini è cresciuta visibilmente la sensibilità per l’importanza della partecipazione di cittadini e delle cittadine. Il modo tradizionale, in cui le amministrazioni comunali hanno deciso dall’alto del loro incarico elettorale gli obiettivi ed hanno definito e realizzato progetti senza interpellare gli interessati, lascia sconcertati – e spesso dà luogo a resistenze. E ciò per ragioni precise. I cittadini e le cittadine hanno la sensazione di essere ignorati. Mancano informazioni. E quando i progetti assumono una veste più concreta, difficilmente si è disponibili a tornare sulle decisioni prese.

Spesso le riunioni con la cittadinanza vengono programmate quando le delibere sono già state stilate e con l’aspettativa che in quell’occasione non vengano più messe in discussione. Un atteggiamento del genere non viene più tollerato dalla cittadinanza. Che si tratti della canalizzazione dei flussi di traffico, della zona sportiva o dell’asilo, i confinanti, le persone sulle quali la decisione ha degli effetti concreti, le associazioni ed i genitori vogliono essere informati con congruo anticipo, avere la possibilità di dire la loro e di influenzare le soluzioni.

Molti/e amministratori/amministratrici comunali hanno percepito questo bisogno ed hanno intrapreso nuove strade per dare più spazio alla partecipazione della cittadinanza, riconoscendole un ruolo come co-decisori legittimi dei processi e delle decisioni che riguardano la comunità. Come esempi positivi si possono annoverare i progetti di sviluppo dei comuni avviati nel corso degli anni 90. Questi processi di attivazione della cittadinanza e di sostegno della partecipazione hanno avuto esiti promettenti.

In alcuni comuni, in primo luogo a Naturno che ha assunto un ruolo di precursore della partecipazione, è stata installata una prassi stabile, ancorata anche nello statuto comunale. In altri comuni perlomeno sono state utilizzate forme di partecipazione incentrate su singole occasioni, o per procurare un consenso più ampio alle decisioni dell’amministrazione attraverso procedure di consultazione, o per raccogliere le idee e le istanze della popolazione e tenerne conto nelle decisioni. Anche a questo livello si è, quindi, consolidata la percezione del bisogno di un nuovo orientamento.

Allo stesso tempo manca tuttora l’autorevolezza nella gestione degli strumenti di partecipazione in relazione alla tempestività del loro utilizzo e dell’indirizzo su target differenti all’interno della comunità. Spesso dopo un' euforica fase iniziale, grazie all’attivazione massiccia della cittadinanza, i progetti di partecipazione hanno subito dei contraccolpi oppure si sono fermati perché non c’era nessuno disponibile ad accollarsi la realizzazione della massa di idee progettuali raccolte e perché rappresenta veramente una sfida motivare cittadini e cittadine a proseguire con continuità nell’impegno per la comunità. Riuscire ad implementare la partecipazione della cittadinanza come processo continuo richiede, infatti, notevoli sforzi.

C’è bisogno di strutture, di un sostegno professionale per i processi di attivazione e di partecipazione e – soprattutto – della convinzione che questa rappresentai una strada per dare nuova verve alla democrazia, sia nel vivere quotidianamente i suoi valori, sia nella promozione della coesione della comunità. E, infine, bisogna mettere a disposizione dei luoghi in cui la partecipazione diventi palpabile – luoghi accoglienti, che diano subito l'idea che la partecipazione rappresenta un obiettivo sincero, e che valorizzino come risorse le persone che sono disponibili a metterci le loro idee per il bene comune.

Dare spazio alla partecipazione e cogliere le opportunità create a tal fine sono due concetti che mettono a fuoco le sfide da raccogliere dai poli opposti amministrazione/cittadinanza. Non possiamo sottrarci alla dinamica dei processi. Non c’é, per dirlo in altre parole, un deus ex machina attivabile da un regista occulto per risolvere la situazione nel caso che lo sviluppo prenda una deriva, di regressione o di sconfinamento che sia. O noi stessi siamo disponibili ad impegnarci o saremo oggetto delle azioni portate avanti da altri.

Per questo motivo è importante diffondere tra la cittadinanza informazioni sulle metodologie della partecipazione e sul modo più congruo di utilizzarle secondo in diversi contesti e livelli. Allo stesso modo è opportuno un chiarimento sui ruoli degli attori (singoli cittadini/e o membri di associazioni, movimenti di base e gruppi di interesse) affinché riescano a prendere parte in modo mirato e con profitto ai processi di partecipazione. Bisogna, infine, implementare meccanismi formali per favorire che la partecipazione assuma la valenza di elemento strutturale della prassi democratica al di là di occasionali esercizi più o meno volontari e strumentali.

Carica il Programma del convegno.

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