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LAV contro Schuler

Massimo Vitturi (LAV) contro il ddl che prevede anche l'abbattimento di lupi e orsi: "Schuler sa che è un provvedimento illegittimo". Poteri della campagna elettorale?
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Ritratto di Luca Martinelli
Luca Martinelli07.06.2018

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Ritratto di luigi spagnolli
luigi spagnolli 7 Giugno, 2018 - 15:32

La LAV è un'associazione privata che rappresenta dei cittadini accomunati da una certa visione della natura, e che non ha alcuna responsabilità gestionale, per cui se dice cose non vere non rischia nulla e non fa rischiare nulla né a se stessa né alla natura. Non è l'unica: altre associazioni ambientaliste esistono e non sempre la pensano allo stesso modo. Che essa dunque si permetta non di mettere in discussione la legittimità di un atto pubblico, diritto indiscutibile di ogni cittadino, ma di affermare che un assessore provinciale che ha, lui sì, la responsabilità di conservare la natura - tutta, non solo una parte -, deliberatamente agisca in modo illegittimo è un sintomo della degenerazione etica in cui versa il Paese nell'era Social: pur di denigrare chi la pensa diversamente lo si accusa falsamente delle peggiori cose. È il caso di ricordare al signor Vitturi che in Italia un testo di legge, per arrivare ad essere discusso in un organo legislativo, passa attraverso il vaglio di uffici tecnici e legali che ne attestano la legittimità. Infatti le considerazioni sulla Direttiva Habitat e sulle sanzioni europee sono emerite fandonie: la proposta di legge dice chiaramente che le disposizioni previste sono stabilite proprio sulla base e nel rispetto della Direttiva Habitat. Direttiva che infatti ammette, a determinate condizioni, l'abbattimento dei lupi e degli orsi. Ma che in Italia non si è mai applicata rispetto a questo passaggio perché il Piano del Lupo, la regola di dettaglio della Direttiva Habitat in ambito nazionale, è sempre stato stoppato proprio dalla LAV e da altre associazioni affermando in modo volutamente falso che aprirebbe la caccia al lupo. Della serie: se la Direttiva Habitat vieta va bene, se autorizza deroghe no. Un po' comodo, caro Vitturi... che tra l'altro dimentica di dire che a Bolzano la LAV ricorsi non ne fa più perché gli ultimi le sono stati tutti respinti, e ha dovuto pagarseli... Massimo rispetto per le opinioni altrui: non è accettabile invece la totale mancanza di rispetto di Vitturi nei confronti della Provincia Autonoma di Bolzano e dei suoi Uffici!

Ritratto di Massimo Vitturi
Massimo Vitturi 8 Giugno, 2018 - 15:41

Egr. Spagnolli, le sue precisazioni sono del tutto fuori luogo in quanto il sottoscritto è ben consapevole di ciò che ha scritto nell’articolo e delle fonti normative che invece paiono non far parte del suo patrimonio di conoscenze. Se invece di impiegare il suo tempo nell’esegesi dello Statuto associativo della LAV, si fosse dedicato allo studio – anche non approfondito - della Direttiva Habitat, avrebbe appreso che all’art.16, punto 1. viene affermato che solo gli Stati membri (non le Regioni o le Province Autonome) possono derogare al regime di protezione imposto dalla Direttiva stessa. Non solo, se analogo impegno profuso nella navigazione del sito istituzionale della LAV, l’avesse dedicato allo studio del DpR 8 settembre 1997, n.357 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”, avrebbe appreso che all’art.11, comma 1, viene individuato esclusivamente il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, quale Ente che può autorizzare le deroghe, non le Regioni, non le Province Autonome.
Argomenti che mi portano a ribadire che l'assessore Schuler, a meno che non sia stato mal consigliato da qualche ufficio, è ben consapevole delle violazioni normative cui esporrà la Provincia di Bolzano e lo Stato italiano se il DDL "ammazzalupi" dovesse essere convertito in Legge dal Consiglio Provinciale. Nel qual caso sarà cura della LAV inviare una specifica segnalazione alla Commissione Europea perché provveda all’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese. Che poi, come dice lei, ci sia stato un vaglio da parte “di uffici tecnici e legali che ne attestano la legittimità”, questa è un’affermazione che lascia il tempo che trova. Ancor di più se pensiamo alle innumerevoli volte in cui, nel corso degli anni, gli stessi uffici hanno attestato la legittimità di atti amministrativi che sono poi stati cassati dal TAR di Bolzano a fronte dell’impugnazione da parte della LAV. Tanto che – grazie agli equilibri politici esistenti tra maggioranza provinciale e Governo Renzi – siete dovuti ricorrere all’emanazione di una nuova norma di attuazione dello Statuto di autonomia, pur di poter continuare ad ammazzare animali selvatici escludendo il fastidioso intervento della LAV. E a proposito di dire le cose come stanno evitando “emerite fandonie” – sig. Spagnolli – è il caso di precisare che solo a seguito del nuovo assetto normativo, perseguito dall’amministrazione provinciale, non abbiamo più potuto proporre ricorsi al TAR. Eventuali vittorie o sconfitte c’entrano nulla, con il risultato che ora potete far ammazzare dai cacciatori qualsiasi animale protetto nel resto d’Italia (si lo so che ci vuole il parere Ispra, ma i pareri Ispra, è risaputo, sono facilmente aggirabili producendo una semplice motivazione).
Come vede, caro Spagnolli, sul tema del rispetto, da lei sollevato, abbiamo tutti da imparare. In particolare la Provincia Autonoma di Bolzano e i suoi Uffici, i quali devono imparare a rispettare prima di tutto i propri concittadini, evitando di illuderli con irrealizzabili e inefficaci ipotesi di abbattimento dei lupi, indirizzandoli piuttosto ad attuare i mezzi incruenti di prevenzione delle predazioni. Analogo rispetto deve essere riservato anche alle norme sovraordinate che – se ne faccia una ragione – non prevedono alcuna deroga, attuabile dalla Provincia Autonoma di Bolzano, al regime di tutela dei lupi. Sul rispetto degli animali selvatici, invece, nemmeno ci provo, la provincia di Bolzano ha da tempo dimostrato che il rispetto degli animali selvatici è legato alla loro rendita economica. Altrimenti diventano subito un passatempo per i cacciatori.

Ritratto di luigi spagnolli
luigi spagnolli 11 Giugno, 2018 - 17:37

Caro Vitturi,
non ho più avuto modo di visitare il sito LAV da oltre un anno, da quando, in particolare, le scrissi di cortesemente rimuovere dal sito medesimo l'affermazione per cui tutti i vostri ricorsi contro la Provincia di Bolzano erano stati accolti, perché non era (e non è) vero. Evito di soffermarmi sulle svariate considerazioni di parte ed infondate del Suo intervento, per non tediare: solamente non accetto lezioni sulla conoscenza della Direttiva Habitat, che è per me il principale strumento di lavoro. Le rammento ancora che siamo noi Istituzioni, non le Associazioni, a farsi carico della responsabilità della conservazione e gestione della natura attuando e facendo attuare le leggi in materia. Poi, se le piace pensare che qualche nostra decisione sia stata condizionata da un Vostro agire, libero di farlo: talvolta è vero, mentre altre volte, inconsapevolmente, ci mettete i bastoni tra le ruote e finite per procurare alla natura danni che non vorreste. Condivido in pieno, invece, il Suo asserto per cui bisogna evitare di illudere i cittadini con irrealizzabili ipotesi di abbattimento di lupi: non siamo noi né come ufficio, né come Amministrazione a generare quest'illusione. Anzi, siamo impegnati in una complessa discussione, di cui per motivi linguistici e culturali immagino Lei non riesca ad essere informato, per portare l'ultima componente contadina quantitativamente consistente dell'arco alpino a superare la mentalità dei loro bisnonni che "ci avevano liberato da orsi e lupi".
Che poi gli abbattimenti siano inefficaci è una Sua convinzione smentita da quello che succede in tutte le parti del mondo in cui la fauna è gestita: laddove la gestione faunistica, che comprende anche gli abbattimenti, oltre a tutte le iniziative a sostegno delle specie in difficoltà, è funzionale non alla "rendita economica dei selvatici", come Lei maliziosamente sostiene, ma alla qualità degli ecosistemi e della biodiversità. Che in Alto Adige è infatti dimolto superiore alla gran parte dei territori italiani e non solo, anche dove la caccia è vietata. A conferma che la caccia non è in sé un problema, perché se correttamente pianificata ed attuata migliora la natura. Checché ne pensi la LAV, avendone, ovviamente, democraticamente il diritto.

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