Come è emerso anche di recente dai giornali, il malcontento della popolazione relativamente al servizio di trasporto pubblico è in continua crescita.
Una fascia ristretta di utenti è costretta a pagare per tutti coloro che utilizzano il servizio usufruendo di abbonamenti gratuiti, elargiti dalla precedente amministrazione politica, alla costante ricerca di consensi elettorali.
Ora i tempi sono però cambiati e maturi per scelte più consapevoli per il futuro. Non c'è più margine per gli sprechi nè economici nè di risorse, di questi tempi risparmiare è doveroso.
Se ovviamente si riesce a fare tutto ciò senza penalizzare gli utenti, ma anzi razionalizzando le spese e ridistribuendole in maniera più equa, i conti tornano molto meglio.
Questo significa che tutti i cittadini, soprattutto quelli che recepiscono stipendi o pensioni al di sopra della media, possono e devono contribuire a sostenere il sistema in maniera proporzionale alle loro disponibilità.
Facciamo un esempio concreto: con il sistema attuale, il signor Rossi, un primario in pensione over 70, ha diritto ad un abbonamento che gli da diritto a viaggiare gratis su tutti i mezzi pubblici in provincia.
Un impiegato in pensione con più di 60 anni paga una tariffa forfettaria di 150 euro l'anno, nonostante una disponibilità economica sicuramente inferiore a quella sopracitata.
Anche a livello turistico sarebbe utile offrire più possibilità di scelta con abbonamenti giornalieri, settimanali o mensili.
Inoltre, un potenziamento delle corse degli autobus anche nelle fasce serali, contribuirebbe a favorire la scelta del mezzo pubblico da parte della popolazione e a educare i cittadini ad un più limitato utilizzo della macchina, con ricadute positive anche sull'inquinamento.
Tuttavia, soprattutto in tempi di crisi, non ci si può aspettare che tutto questo non richieda un seppur minimo sacrificio da parte di tutti noi.
In un'ottica lungimirante sarebbe opportuno riprendere in mano la scelta della gratuità dei mezzi pubblici, sempre meno sostenibile e causa di continui tagli dei servizi, a favore di una apparentemente più impopolare redistribuzione della spesa, gravante sulla popolazione in maniera proporzionale ed in base ad alcuni criteri (reddito, necessità) che garantirebbe una miglior qualità e quantità dei servizi.
Inoltre si potrebbe implementare il servizio notturno, magari con un piccolo sovrapprezzo per chi possiede l'abbonamento, che verrebbe poi reinvestito nella sicurezza e vigilanza.
Sabrina Bresadola
Francesca Morrone
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