Il vincolo di tutela degli insiemi:
Secondo l’archivio storico della città di Bolzano il parco della stazione è il più vecchio parco urbano della città.
Il parco storico é stato realizzato dopo il 1859, anno di completamento della stazione ferroviaria, e chiamato Bismarkpark.
Da sempre è tagliato in due dalla strada che collega la stazione con Piazza Walther (già Johannsplatz). Questa strada, diventata poi un viale alberato, è un asse viario importante che connota il disegno urbanistico dell'area. Essa realizza una vista prospettica tra piazza e stazione, rende leggibile e caratterizza il tessuto urbano.
Per le sue qualità è stata posta sotto tutela degli insiemi, infatti è un elemento fondante dell'area con le due ali simmetriche del parco. Cito dall’estratto della relazione della tutela degli insiemi: "L’assetto dell’area è il risultato di un raffinato intervento di pianificazione urbanistica ottocentesca (Sebastian Altmann, 1860), finalizzato al collegamento rappresentativo e monumentale della stazione ferroviaria col centro-città."
Sul parco si affacciava il teatro civico (Max Littmann, 1913), testimonianza del fatto che da sempre esso ha avuto forte valenza di spazio (verde) pubblico per la municipalità.
Il vincolo di tutela degli insiemi, che il Comune di Bolzano ha posto per salvaguardare il valore conclamato del parco è stato arbitrariamente rimosso, affinché questo spazio pubblico, che appartiene alla città, possa essere ceduto ad un privato investitore che vi realizzerà un’operazione immobiliare.
I criteri con cui si era giustificato il vincolo di tutela degli insiemi, ovvero il valore storico, il carattere pittoresco e monumentale, la memoria collettiva, l’impianto paesaggistico frutto della pianificazione ottocentesca improvvisamente non hanno più ragion d’essere. Con un colpo di spugna il Comune di Bolzano nega la sua identità storica per consentire l’edificazione dell’ultimo polmone verde del centro storico.
Non é necessario avere una sensibilità "verde" per constatare la qualità urbana di questo spazio pubblico.
Purtroppo una fuorviante campagna mediatica ha confuso quest'ultima con il degrado sociale. (a cui rimando in un successivo approfondimento).
Cedendo parte consistente del Parco della Stazione il PRU nega alle generazioni future il godimento di un bene comune irriproducibile, se non a scapito di enormi risorse pubbliche, in un’area centrale della cittá.
Superficie:
Si afferma che la superficie di verde pubblico viene mantenuta perché si computa a verde una strada. In realtà la città perde tutto un lato del parco, e la piccola porzione rimanente presenta una piazza lastricata che riduce ulteriormente l’area verde. Il progetto paesaggistico si limita alla sistemazione dei sentieri. Si tratta di un intervento di sistemazione ed un'opera di ordinaria manutenzione alla portata dei costi di gestione del comune di Bolzano.
L'area piú pregiata del parco viene occupata dall'edificio a piastra e non sarà piú fruibile dai cittadini, in qualsiasi condizione essa si fosse presentata.
Quale é quindi la riqualificazione urbanistica del PRU per il parco?
È piú opportuno attrezzare il giardino in modo che sia attrattivo, invitante, ospitale come gli altri spazi verdi della città (Prati del Talvera, Parco S. Maria in Augia, Parco Ducale, Parco dei Cappuccini, ...). Quale sarebbe la reazione dei bolzanini se si proponesse di realizzare un'operazione immobiliare su questi aree di rigenerazione della città?
A seguire in elaborazione, il CAPITOLO 2°: il degrado sociale negli spazi urbani.
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