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Deleghe

Giustizia, «un esperimento di autonomia dinamica»

Lorenzo Dellai, presidente della Commissione dei 12, annuncia la norma di attuazione da 25milioni di euro che riguarderà 450 amministrativi della Giustizia in Regione
Di
Ritratto di Mattia Frizzera
Mattia Frizzera17.08.2015

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Ritratto di Andrea Beggio
Andrea Beggio 28 Agosto, 2015 - 16:14
Regionalizzazione Giustizia: The dark side of the moon. Tralasciando per il momento qualsiasi considerazione rispetto all’opportunità o alla tenuta a livello costituzionale dell’operazione Giustizia e sulla quale come FP CGIL abbiamo espresso forti perplessità, come rappresentante che sta seguendo gli aspetti relativi al passaggio del personale mi sento di comunque di rilevare alcune criticità. A garanzia dei lavoratori interessati al passaggio è stato sottoscritto dalle organizzazioni sindacali in data 7 agosto 2014 un protocollo di intesa che garantiva: 1) un percorso trasparente e la tempestiva e completa informazione alle organizzazioni sindacali sull’iter legislativo prima della trasmissione dello schema di norma alla Commissione paritetica; 2) la piena concertazione per i provvedimenti concernenti il personale; 3) l’attivazione di tavoli tecnici per un confronto preventivo sulle questioni relative ai rapporti di lavoro. Rispetto alle premesse contenute nel protocollo sottoscritto la parte pubblica ha fatto ben poco, tutti gli incontri, anche in presenza di novità sostanziali, sono stati accordati solo in seguito a nostri reiterati solleciti inoltre, proprio rispetto ai punti della bozza di norma di attuazione che riguardano direttamente i lavoratori interessati, sorgono pesanti dubbi interpretativi che stravolgono completamente le modalità di passaggio del personale. Rispetto per esempio al diritto di opzione a restare alle dipendenze dello Stato che al personale deve essere assicurato non vi è alcuna reale garanzia. Trattandosi di 2 provincie autonome, i posti sono pressoché inesistenti e comunque, per individuare quei pochi posti disponibili si sarebbe dovuto includere il Commissariato del Governo, cosa che allo stato attuale non è stata fatta. L’unica soluzione che si potrebbe prospettare per garantire un vero diritto di opzione senza prendere in giro i lavoratori dovrebbe garantire la possibilità per chi passa, di poter restare sul proprio posto come dipendente dello Stato dopo aver valutato con serenità le condizioni del passaggio. Collegato al, purtroppo solo teorico diritto di opzione, troviamo le condizioni economiche del passaggio, così come le ha intese la parte pubblica. Il contratto della Regione Trentino Alto Adige prevede correttamente il riconoscimento dell’anzianità maturata in altre amministrazioni e tuttavia la parte pubblica, apprestandosi di fatto ad applicare al personale della giustizia il contratto della regione, non ritiene di dover tenere conto di tale articolo. Rispetto invece alla possibilità di sub-delega verso le due provincie, al di là di ogni opinione politica a riguardo, è certamente un chiaro segno di debolezza dell’intera operazione oltre che una scarsa unità di intenti che le due realtà territoriali stanno dimostrando e un evitabile spreco di tempo e denaro qualora venisse attuata. Per la FP Cgil – Agb Andrea Beggio
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