Support Salto!
Ogni abbonamento è un sostegno a un giornalismo indipendente e critico e un aiuto per garantire lunga vita a salto.bz.
Liebe/r Leser/in,
dieser Artikel befindet sich im salto.archiv!
Abonniere salto.bz und erhalte den vollen Zugang auf etablierten kritischen Journalismus.
Wir arbeiten hart für eine informierte Gesellschaft und müssen diese Leistung finanziell stemmen. Unsere redaktionellen Inhalte wollen wir noch mehr wertschätzen und führen einen neuen Salto-Standard ein.
Redaktionelle Artikel wandern einen Monat nach Veröffentlichung ins salto.archiv. Seit 1.1.2019 ist das Archiv nur mehr unseren Abonnenten zugänglich.
Wir hoffen auf dein Verständnis
Salto.bz
Bereits abonniert? Einfach einloggen!
Aggiungi un commento
Effettua il login per aggiungere un commento!Commenti
Un'esposizione completa, lucida e chiara della questione ladina nel Trentino. Tutta da leggere.
“ Ora, è evidente ed ovvio che ogni comunità e ogni popolazione ha il diritto di svolgere ricerche sulle proprie origini e sulla propria lingua e costruire un percorso per essere riconosciuti minoranza. E su questo, l’appoggio mio e di tutti i Ladini è scontato, chiaro e già manifestato. Ciò, però, deve avvenire sulla base di indagini approfondite, scientifiche e serie non potendosi basare su semplici dichiarazioni di appartenenza o di deliberazioni dei consigli comunali. Si rende necessario un processo di verifica sociologica e sociolinguistica, soprattutto qualitativa,, sul reale uso attuale della parlata nonesa-solandra ed un approfondimento sul conseguente livello del “senso di appartenenza” individuale e collettivo della popolazione delle Valli del Noce.
Questo per evitare che possano essere accolti come probanti lavori inficiati da un approccio ideologico teso a condurre a conclusioni forzate ed assolutamente non ponderate, frutto solo di aspirazioni velleitarie.
Non mi addentro in ragionamenti “linguistici” su cui non ho competenza, mi limito perciò ad alcuni accenni.
Allo stato attuale degli studi appare alquanto labile il legame del dialetto noneso con la lingua ladina in quanto sono ben pochi i fonemi posseduti in comune dalle due parlate. Tutti gli studi condotti sino ad oggi, tranne quelli smaccatamente di parte, concordano nel negare che la peculiarità della parlata ladina dolomitica sia reperibile nei territori dell’Anaunia con frequenza sufficiente a far dichiarare apparentabili le due parlate.
Accanto agli studi condotti in forma tradizionale da illustri filologi e glottologi che, pressoché, coralmente, negano uno stretto apparentamento tra le parlate delle Valli del Noce con quelle delle valli attorno al Sella, sono disponibili oggi nuove metodologie di dialettometria, come quelle applicate dall’Istituto di Romanistica di Salisburgo che rendono, a detta degli esperti, superflue ulteriori ricerche o integrazioni.
Ma è soprattutto importante e necessario procedere ad una riflessione approfondita su come deve essere valutato il rapporto tra l’identità culturale e il senso di appartenenza ad una comunità minoritaria: la “scorciatoia” di una mozione che, sulla scorta di voti magari strappati alle varie forze politiche con ragionamenti e discorsi dell’ultimo minuto, porti a “risolvere” la questione, seria, di un percorso identitario della comunità nonesa pare non essere la soluzione più rispettosa della verità e funzionale alla soluzione del problema.” Cit.
https://www.consiglio.provincia.tn.it/news/giornale-online/articoli/Docu...
Intervento del consigliere ladino fassano dell'8 nov 2007.
No comment.