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Die Welt-besten und die Größten müssen wir nicht unbedingt sein. Es genügt wenn wir unsere Möglichkeiten, das Wissen und die Erfahrung dafür einsetzen, dass unser Land "für alle Bürger Lebens-wert auch für die Zukunft gestaltet wird."
Ci sarebbero tante cose da dire su questa intervista che, per chi come me a unibz ci lavora ormai da anni, mette un po’ di tristezza. Mi fermo su due dati in particolare, e invito tutti ad informarsi davvero.
1) La provincia sembra mettere a disposizione risorse “praticamente illimitate”. Verifichiamo… nel 2021 la provincia di Bolzano ha investito lo 0,84% del PIL in ricerca e sviluppo - in crescita rispetto agli anni precedenti (https://news.provincia.bz.it/it/news-archive/653484). Nel lontano 2018 la Campania investiva l’1,3% (https://www.regione.campania.it/cittadini/it/news/primo-piano/2-edizione...). Recentemente il Piemonte raggiunge il 2% e l’Emilia Romagna il 2,5%, comunque ben lontani dall’obiettivo del 3% fissato dall’Unione Europea (https://www.regione.lombardia.it/wps/wcm/connect/95460fbd-9810-4715-8414...).
2) I professori di unibz vengono pagati troppo? Anche in questo caso, mi concentro su un fatto centrale: che quando si danno numeri, vanno contestualizzati. Spesso gli indicatori di contratto che provengono dall’estero sono minimi sindacali, che possono essere ampiamente rivisti verso l’alto attraverso una fase di negoziazione (che in Italia, compresa unibz, invece non avviene). Poi ci sono gli aspetti legati alla pensione, ai servizi, alla negoziazione di risorse che, di nuovo, in Italia è un’altra fase che non esiste. Guardiamo la vicina Vienna - parlo di concorsi a cui ho partecipato. Primo esempio: https://informatics.tuwien.ac.at/news/1843. Secondo esempio (più recente): https://informatics.tuwien.ac.at/news/1993#salary-and-benefits. Si può facilmente verificare che i minimi sono sopra i 70K euro l’anno, e durante i colloqui mi è stato detto chiaramente che quelle cifre sono nettamente inferiori a quelle che vengono percepite.
Chiudo con un segnale di speranza: quello che ha dato Lampis nella breve intervista che segue a questa. Una speranza che nasce dal bellissimo connubio tra umanità e cultura.
Sospetto inoltre che il vantaggio competitivo della TU Wien non consista nell'attirare studenti da tutto il mondo che vogliono studiare Walzer e Sachertorte. O che Oxford attragga studenti per studiare la birra e Harry Potter.