Con la inaugurazione del "museo" al Monumento della Vittoria si é celebrato il congelamento del Monumento stesso. Il monumento costituisce, in termini simbolici e storici un elemento identificativo molto forte degli italiani di Bolzano e questo a prescindere che sia ancora presente una diffusissima connivenza con quel passato. Si puó dire che il sentirsi "italiani a Bolzano" si radica, in termini storico-sociali e identificativi, in modo molto forte in quei relitti. La tenacissima opposizione ad abbatterli é una evidente prova di ció. Avevo giá detto in un altro articolo che la eliminazione di tali monumenti fascisti costituisce il presupposto per una vera rielaborazione storica e per una reale integrazione.
Questo é un punto da esaminare con attenzione. La persistente presenza di tali relitti fascisti impedisce una qualsiasi rielaborazione in quanto essi hanno un potente effetto "giustificante", in termini storico sociali, riguardo alla costante rimozione e sottovalutazione (in termini di gravitá) di quel passato. Propriamente si puó dire che tali monumenti "giustificano" non solo le circostanze storiche (guerra di aggressione e regime fascista) che hanno determinato la presenza degli italiani in Sudtirolo, ma contemporaneamente giustificano anche il continuo rifiuto ad intraprendere una rielaborazione storica. Quei monumenti (come anche i toponimi di Tolomei) "giustificano" storicamente la presenza degli italiani in Sudtirolo e giustificano a NON voler rompere con quel passato. Tutto questo ovviamente é legato al dato di fatto che quei relitti fascisti non sono percepiti minimamente come vergognosi: se lo fossero il loro abbattimento sarebbe un fatto spontaneo.
Ora questa cosidetta cosiddetta "storicizzazione museale", che io definisco un evento di rara ipocrisia, non solo costituisce un insopportabile pretesto per non abbattere il monumento nell'immediato, ma rappresenta anche un vero e proprio congelamento futuro del monumento. Infatti venendo ora ufficialmente definito "Mahnmal" e quindi "Monumento storicizzato" le probabilitá che possa venire abbattuto si ridurranno ulteriormente. Un Denkmal é legittimo abbatterlo, un "museo" certamente molto, ma molto meno. Dunque si é trattato, a mio modo di vedere, di un trucco estremamente ingegnoso: una "storicizzazione" usata per tentare di tagliare le gambe a chi legittimamente pretende di abbattere quell'abominevole e inguardabile relitto magnificante il fascismo.
Esiste anche un'altro aspetto piú sottile in riferimento proprio al carattere della cosiddetta "musealizzazione". Il monumento viene in tal modo perfino iper-monumentalizzato. Cioé, nonostante venga presentato come un relitto riferito ad un regime totalitario fascista, esso viene, cosí "musealizzato", sottilmente elevato a simbolo-relitto di una (di fatto non) passata "civiltá" dominatrice neo-pagana. Ecco dunque che nella sua valenza "musealizzata" il monumento diventa perfino piú distruttivo, piú magnificatore e auto-magnificante. Quindi insieme alla sua nota valenza di magnificazione ideologico-politica del fascismo, si manifesta ora anche un elemento piú profondo e per certi versi piú devastante: il monumento diventa anche "monumento di sé stesso" e un "monumento magnificatore di una civiltá di sanguinari dominatori". Quindi non solo la "storicizzazione" ha determinato una piú sicura difesa dal rischio di un suo abbattimento, ma ha perfino incastonato questo obbrobrioso relitto come un infame "diadema" nella cittá.
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