Per la grammatica italiana i principi della cosiddetta univerbazione prevedono l’applicazione del raddoppiamento fonosintattico soprattutto in presenza di consonanti. Dunque, come l’espressione latina “et cetera” in italiano diventa “eccetera”, parimenti l’espressione tedesca “Süd Tirol” dovrebbe diventare “Suttirolo” e non “Sudtirolo” con quelle due consonanti attaccate dal suono così cacofonico (il nesso consonantico “dt” non fa certo parte della tradizione linguistica del Belpaese), che penso -ma potrei sbagliare- non trovino altri riscontri nella lingua italiana.
Al limite usando la consonante labiale “b” al posto della dentale “t” forse sarebbe accettabile scrivere “Subtirolese” come si scrive “Subtropicale” e non “Sudtropicale”.
Ancora meglio però sarebbe cercare di non inventarsi nulla e attenersi invece ai nomi ufficiali delle cose. In italiano si dice semplicemente “Alto Adige” e “altoatesino”. A cosa si devono invece questi sistematici tentativi di storpiamento della lingua? In ambito italiano a mio avviso ad un molto mal riposto esercizio del politicamente corretto che si applica attraverso un bilinguismo tanto forzato quanto unidirezionale. Mentre in ambito italiano in molti, forse alla ricerca di un accreditamento, si inerpicano a scrivere “Alto Adige-Südtirol” quando non direttamente “Sudtirolo”, in ambito tedesco nessuno si sogna di fare altrettanto e tanto meno userebbe mai l’espressione “Ober-Etsch”(traduzione letterale di Alto Adige).
In ambito tedesco invece è in atto una forte spinta revanscista che parte dagli ambienti dell’estrema destra tedesca per trovare facili sponde anche nei partiti di centro e nel ventre molle dei cosiddetti “progressisti” italiani, una spinta che tende alla cancellazione della legittimità stessa dell’uso della lingua italiana e delle sue espressioni e alla conseguente prevaricazione della minoranza italiana. La spinta revanscista è evidente non solo dai vari disegni di cancellazione della toponomastica italiana, ma anche da quegli atti unilaterali di una assessore come Martha Stocker, che nel silenzio generale, produce emendamenti per cancellare la denominazione “altoatesini” (a suo avviso “ormai desueta”) prima e dopo l’aver presenziato a una qualche commemorazione di un terrorista secessionista e l’altro ed, infine, dal zelante impegno nel contattare i servizi web come quello della Guida Michelin al fine di sabotare tutte le denominazioni italiane.
La formazione revanscista Süd-Tiroler Freiheit ultimamente propaganda “Südtirol ist nicht Alto Adige” e sostiene che la dizione “Alto Adige” è fascista. Omette però di dire che prima di essere reintrodotta dal fascista Tolomei la dizione era stata coniata dai Francesi all’inizio dell’800 quando crearono il Dipartimento dell'Alto Adige (Départment du Haut-Adige) che ad es. comprendeva Bolzano e Trento ma non Merano e Bressanone.
D’altra parte pretendere che una minoranza non possa più usare le espressioni della sua lingua e non possa più chiamare i luoghi della terra che abita come più le aggrada è esattamente quello che, crollato, ha cessato di fare oltre settant’anni fa il regime fascista contro la popolazione di lingua tedesca.
A chi verrebbe mai in mente se non ad un fascista di un secolo fa di imporre ad una minoranza linguistica come deve chiamare le cose nella sua lingua? Semplice: ad un fascista odierno (italiano o tedesco che sia)!
Certamente la dizione “Alto Adige” è stata imposta dal Fascismo ma fa parte della cultura della minoranza italiana, della sua comunità e della sua tradizione. Ormai è totalmente un’espressione apolitica come nel vocabolario tedesco lo sono parole che agli italiani suonano tetre ed infauste quali “Führer” e “Lager” che non mi risulta siano state abolite nonostante l’entusiastica adesione dei Tedeschi al Nazismo e che sarebbe ridicolo farlo nel tentativo di inseguire il politicamente corretto.
Possiamo percorrere due strade:
-la prima è quella del revanscismo tedesco e della prostituzione politica e intellettuale italiana
-la seconda quella del rispetto culturale reciproco e della difesa della propria identità e della propria storia che va studiata e compresa e anche criticata ma giammai censurata.
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link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Dipartimento_dell'Alto_Adige
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