Continuano giorno per giorno gli sbarchi di profughi e immigrati. Una parte di queste persone decideranno di insediarsi anche in provincia di Bolzano, volenti o nolenti noi altoatesini. Il tema dell’accoglienza lascerà il posto a quello della necessaria integrazione di queste persone nella società locale. Ma cosa significa integrazione? Per capirlo meglio converrebbe andare a vedere quello che fanno i Paesi di immigrazione storica, per esempio la Germania, punto di riferimento culturale del Sudtirolo su molte questioni. A Berlino, negli asili si assumono anche maestre della madrelingua degli immigrati, si decidono di comune accordo coi genitori le festività da celebrare a seconda delle religioni, in mensa, per evitare di urtare le diverse sensibilità, si evitano le carni ed altri cibi-tabù per alcuni. All’inizio delle scuole elementari si fa scegliere ai genitori quali lezioni di religione impartire (cattolica, protestante, mussulmana,ecc.) o in alternativa Lebenskunde. Fino alla seconda elementare, oltre al tedesco (obbligatorio), viene offerto a tutti l’insegnamento del Turco, lingua di una grande comunità di immigrati extracomunitari. Questo fanno i tedeschi in Germania. E noi, siamo disponibili a fare qualcosa di simile?
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