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Fabbisogno energetico mondiale attuale e futuro
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Non voglio entrare nel merito dell'argomento "cooperativa VS SpA", perché ognuna delle due soluzioni ha pregi e difetti, ed a seconda degli obiettivi perseguiti ognuna delle due può essere difesa.
Ma da tecnico devo dire che usare il mix energetico nazionale come "prova" del fatto che Alperia non sia "green" è davvero scandaloso. Come d'altronde le offerte di tutti i rivenditori di energia elettrica di fornire "solo 100% rinnovabili" lo è altrettanto! Chi si prende due minuti per informarsi un pochino sulla materia, capisce subito il perché di questa mia affermazione.
Come è ormai arcinoto, praticamente tutti gli stati europei, con "Europa" intesa come continente e non come UE, sono interconnessi con più o meno potenti linee di alta ed altissima tensione.
Dovrebbe essere noto anche che l'energia elettrica non è una merce che si imbottiglia in una tanica per poi venderla in un negozio. Chiunque sia connesso alla rete pubblica quindi, detto in maniera un po' semplificativa, consuma lo stesso identico mix di energia elettrica, che si tratti di una cooperativa oppure di una SpA.
Gli elettroni non portano un fiocchetto verde per quelli "prodotti" da impianti rinnovabili, come non portano un fiocchetto nero quelli provenienti da centrali termiche o nucleari. Una volta immessa nella rete, è assolutamente irrilevante a chi quest'energia sia stata venduta o da chi provenga.
Mi spiego meglio: In una rete elettrica, in ogni istante la quantità di potenza immessa deve essere uguale alla potenza rilevata, perché non è possibile immagazzinare direttamente l'elettricità. I flussi energetici si distribuiscono a seconda delle potenze immesse da ogni singola fonte ed a seconda delle potenze rilevate dai singoli consumatori, e quindi -anche qui semplifico per non confondere le idee- praticamente non sono controllabili se non attraverso la regolazione delle potenze immesse o rilevate.
Da tutto questo si capisce che non è possibile "guidare" l'energia prodotta dalle centrali idroelettriche o nucleari o checchessia. In parole povere, dal punto di vista tecnico non importa se l'energia la si compra da un'azienda "buona" che produce soltanto rinnovabili oppure se la si compra da un'azienda "cattiva", il mix energetico all'interno di questa grande rete interconnessa è sempre lo stesso. Che si voglia sostenere eceonomicamente un'azienda produttrice di energie rinnovabili piuttosto che un produttore che punta sul carbone, è un'altro discorso, ma dal punto di vista tecnico non cambia proprio niente.
E questo vale sia per le piccole cooperative che per l'Alperia. Non importa se l'energia deve essere "venduta" alla borsa nazionale o se può essere consumata "direttamente" nella propria rete di distribuzione, perché si è sempre connessi alla rete europea e quindi ognuno consuma la stessa porzione di energia rinnovabile.
L'unico strumento per influenzare il mix energetico non sono quindi gli acquisti, perché appunto l'energia elettrica non viene impacchettata e spedita al destinatario a seconda delle quantità acquistate in borsa. L'unico strumento davvero in grado di influenzare la quota di energia rinnovabile è la potenza installata e la quantità di energia prodotta.
Quindi anche la verità lapalissiana che "in Sudtirolo abbiamo più energia rinnovabile di quanta ne consumiamo" va vista in un'ottica un po' diversa. A parte il fatto che d'inverno, quando le nostre centrali idroelettriche producono poco, andiamo ad "importare" energia da fuori, proprio perché il flusso energetico si inverte rispetto all'estate, tutta la produzione idroelettrica della nostra provincia è un contributo a rendere più "rinnovabile" e "green" il mix energetico di *tutta l'Europa*.
Questi concetti non me li sono inventati io, lo dice la fisica. Comunque è pessima prassi giornalistica ripetere senza ulteriore verifica le balle che tutti stanno ruminando come i buoi soltanto perché fanno comodo per gridare allo scandalo.
ottimo articolo