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Bilinguismo

Mono e stereo

Com’è difficile imparare la lingua del vicino. Riflessioni sul bilinguismo mancato in Alto Adige/Südtirol.

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Ritratto di gianluca zampedri
gianluca zampedri 14 Giugno, 2017 - 17:08

Analisi perfetta. Ci sono tante persone che sanno l'altra lingua proprio per i motivi citati nell'articolo. Dimentichiamo gli alibi e lo scaricabile e sarà tutto molto più semplice....

Ritratto di Floriana Gavazzi
Floriana Gavazzi 14 Giugno, 2017 - 22:05

Un'analisi che ha il pregio dell'originalità rispetto alle tante che si sono susseguite in questi giorni e che ha il coraggio di dire una verità scomoda. Altoatesini e sudtirolesi non si amano e non si capiscono perché sono molto diversi nei gusti, nella sensibilità estetica, nella mentalità sul lavoro, nel modo di divertirsi. E ancora una volta le differenze cominciano a scuola, dove gli stili di insegnamento e il clima generale si distinguono in modo significativo. Quello che mi preoccupa è l'insofferenza che percepisco tra i giovanissimi. Mentre tra adulti dei due gruppi ci si tollera educatamente, i ragazzi proprio non si sopportano. Perché siamo arrivati a questo punto?

Ritratto di Alessandro Stenico
Alessandro Stenico 15 Giugno, 2017 - 09:32

Mi sembra un po’ esagerato dire che i ragazzi non si sopportano. Non conosco la realtà dei centri più grandi come Bolzano, Laives o Merano, ma nelle vali la situazione è diversa, nello sport, nelle associazioni sono ancora molte le occasioni per ritrovarsi insieme, sicuramente con gusti diversi, ma ciò non impedisce di stare insieme.
L’arte di stare insieme e di interessarsi dell’altro costa fatica !
Va curata prima di tutto in casa nelle famiglie, un conto è la conoscenza della seconda lingua e l’altro è stimolare l’interesse per la cultura dell’altro.
Nulla impedisce ad un sudtirolese di madrelingua italiana di frequentare associazioni di lingua tedesca o viceversa, a parte la conoscenza della lingua e l’interesse e il rispetto per la cultura dell’altro, il primo passo lo bisogna fare individualmente, l’ostacolo più grande è superare quella barriera invisibile, ma è possibile e necessario.

Ritratto di Alex Lamprecht
Alex Lamprecht 15 Giugno, 2017 - 16:36

Die Aussage von Arno Kompatscher, dass Alto Adige/Südtirol "ein kleines Europa in Europa" darstellt, hat die Feierlichkeiten in Meran begleitet und für viel Applaus gesorgt. Leider hat Alto Adige/Südtirol aber ähnliche Probleme wie der Rest von Europa: Es werden Grenzzäune und Mauern statt Brücken gebaut. Kindergarten, Schule, Medien, Vereine, Politiker und wir alle müssen versuchen solche Brücken zu bauen. Wir müssen auf das Gemeinsame und nicht auf das Trennende schauen. Wenn es uns gelingt, Orte und Gelegenheiten für Dialog und Austausch zu schaffen, werden wir uns gegenseitig und unsere Sprachen bald automatisch besser kennen lernen. Denn es verbindet uns viel mehr, als uns trennt!

Ritratto di carlo sperzna
carlo sperzna 16 Giugno, 2017 - 09:39

La situazione a Biel/Bienna in svizzera sul Roestigraben è simile. Anche li vige il monolinguismosia tra la comunità alemanna e la comunità francofona con naturalmente eccezioni tra le classi piu "colte Come da noi. Tutto questo a dispetto di tutte le politiche fatte. Da noi siamo confrontati con " altro" dagli anni 20 del secolo scorso. In svizzera da più di centinaia di anni... Questo mi lascia un po perplesso. Ma non è che chiediamo troppo alla politica e alla nostra comunità? Siamo arrivati al capolinea.
In fondo è l'animo umano che non desidera

Ritratto di Paolo Carbone
Paolo Carbone 16 Giugno, 2017 - 13:36

Personalmente vedo l'Alto Adige come una regione che oltre che essere di un'infinita bellezza, è davvero unica perché consente di respirare profondamente due lingue, due culture diverse. Però per me che vi trascorro massimo un mese all'anno, forse è più facile avere quest'immagine positiva.
L'articolo è certamente condivisibile, ma trovo che sia troppo negativo dire che il germanofono che vuole conoscere la cultura italiana va a Firenze e l'italofono va a Monaco. Ci sono specificità tutte altoatesine/sudtirolesi sia dal lato dell'italianità (con una storia recente non certo tutta da bollare come fascismo e nazionalismo becero) sia, ovviamente, dal lato degli "einheimische", perché la cultura germanica sudtirolese è profondamente diversa da quella germanica di Lipsia o di Basilea.
Essenziale però è comunicare, venirsi incontro e parlare ognuno la lingua dell'altro.....

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