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Paolo Pavan, direttore Confersercenti

La liberalizzazione dell’apertura dei negozi è una vera iattura

L’associazione dei piccoli commercianti ritiene che in provincia di Bolzano anche la grande distribuzione, complice la crisi, accetterà alla fine una certa regolamentazione.
Di
Ritratto di Luca Sticcotti
Luca Sticcotti27.03.2013

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Ritratto di Maria Teresa Fortini
Maria Teresa Fortini 27 Marzo, 2013 - 21:48
Vi ricordate? Ci fu il tempo in AA dei negozi chiusi il sabato pomeriggio, nessuno sì disperò: ma qualche disagio e qualche sbuffo. Ora si costringono i lavoratori a lavorare di festa e di domenica. E loro non ne sono felici. Credo si ora di sensibilizzare i cittadini a non andare a fare la spesa di domenica, a star lontano dai centri commerciali, dalla grande distribuzione, dalle multinazionali. Questo consiglio dovrebbe però venire dai Comuni, dagli assessori al commercio. " Cari cittadini andate nella natura, una gita in famiglia, una scampagnata e, perché no, un salto al ristorante qualche volta, magari solo un primo." Il mea culpa lo devono fare i politici: c'è qualche contraddizione tra il costruire e pianificare mega centri commerciali e dall'altra strapparsi le vesti per le liberalizzazioni del Monti e la chiusura del commercio di vicinato! Se chiudono i piccoli, e la città è piena di negozi vuoti, poi arriverà il turno dei grandi nelle loro colate di cemento che tanto piacciono agli irresponsabili urbanisti di oggi! America docet.
Ritratto di Paul Berger
Paul Berger 27 Marzo, 2013 - 21:53
Spero tanto che la nostra domenica possa rimanere libera e che anche in Italia i negozi restino chiusi la domenica e nei giorni festivi. La domenica e i giorni festivi fanno parte del patrimonio culturale mondiale. Un tempo la domenica aveva molta importanza e veniva rispettata. Anche solo per motivi religiosi si cercava di evitare tutto quello che recava disturbo o provocava rumore e si riusciva in tale intento. Oggi, invece, quello che era un giorno di riposo ormai da secoli nella nostra società è davvero in serio pericolo. L'uomo, però, non è una macchina! Proprio la domenica come giorno festivo per tutti è un segno che l'uomo è più di una forza lavoro e di un consumatore. Nella nostra società la domenica è il giorno libero per tutti che si ripete abitualmente, un giorno dedicato all'ozio e al riposo, il giorno degli incontri, della famiglia, della comunità, un giorno di riflessione e una dovuta pausa dalla settimana lavorativa, il giorno del Signore, dell'eucarestia e della festa, un giorno dedicato agli interessi che vanno oltre il lavoro e il consumo. Proprio per questo l'interruzione della settimana lavorativa è urgente, irrinunciabile e più importante che mai! Il settimo giorno della settimana, nel quale i lavoratori si riposano, si permettono una pausa anche da un punto di vista religioso, rischia di venire cancellato totalmente dall'economia. Una società che si piega al mercato rischia di andare in frantumi nel tempo e portare con sé tutto il resto! Se la domenica come giorno di riposo, della famiglia, del riunirsi, della fede viene meno, si perde anche un pezzo di umanità e il senso della nostra esistenza. L'uomo non vive solo per lavorare, ma lavora per vivere. Sei giorni a settimana dovrebbero bastare. Ne è una prova il fatto che non tutto quello che produciamo e poi compriamo e in gran parte gettiamo via è necessario a ottenere il benessere. Anche il numero degli incidenti sul lavoro la domenica è notevolmente aumentato. Molti lavoratori sono esausti e in crisi. La sindrome di burn-out ne è una conseguenza! Il benessere non è l'avere sempre di più, ma, al di là della materialità, è il tempo che si ha a disposizione per gli altri, la cura dei propri interessi e desideri. Se buttiamo via questa importante "isola" che è la domenica, misuriamo il valore della nostra società soltanto in base ai profitti, invece delle relazioni sociali che ci rendono forti nell'animo e ci fanno continuare a vivere. La domenica libera per tutti è fondamentale e rinunciarci provocherebbe gravi danni! La domenica e i giorni festivi devono restare distinti dai restanti giorni della settimana! Dovremmo imparare tutti a rispettarli e apprezzarli e fare di tutto per salvarli e mantenerne il loro valore. Siamo tutti convinti che lavorare 6 giorni a settimana sia sufficiente per potere fare acquisti. In Germania, Svizzera e Austria i negozi e le catene commerciali hanno giorni di chiusura uguali che valgono tutto l'anno e anche nell'Avvento e tutte le domeniche e i giorni festivi restano chiusi e ci sono abbastanza turisti a riempire le aree pedonali! Qui in Italia non sarebbe possibile fare lo stesso? O stiamo già morendo tutti di fame?
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