Si riaccende di tanto in tanto la questione della toponomastica. Le congiunture politiche, che cambiano nel tempo, riportano a ondate la pressione di parte della comunità tedescofona (o meglio, dei suoi rappresentanti politici) verso il superamento della toponomastica cosiddetta fascista, suscitando in parti consistenti della comunità italofona risentimenti e proteste. Personalmente, ritengo che sia poco sensato tornare nuovamente a rivangare la storia per individuare questo o quel topononimo storico, distinguendolo da quelli inventati da Tolomei negli anni '20. Anche perchè più si risale indietro nel tempo, più le cose si complicano, visto che il territorio a sud del Brennero è stato percorso e abitato nei secoli, per non dire nei millenni, da popolazioni molto differenti per lingua e cultura. Così come mi pare ridicola e infondata la distinzione fra toponomastica micro e macro. Per un abitante di un piccolo borgo in qualche valle del Sudtirolo/Alto Adige anche il toponimo che definisce un ruscello o un crocevia fra i boschi può avere un valore "grande", e quindi "macro". Mentre, visto dai burocrati di Bolzano esso viene classificato come "micro".
La storia non è fatta solo di secoli e di millenni, ma è fatta di tempi che possono apparire brevi a un'analisi esterna, ma che vengono percepiti come lunghi, significativi, dalle persone che vivono dentro la storia. Allora, dobbiamo semplicemente tenere in considerazione il fatto che i toponomi inventati (talvolta con esiti ridicoli, ma in molti casi andando a ripescare toponimi più antichi, a loro volta cancellati da precedenti decisioni politico-amministrative) negli anni Venti oggi hanno quasi un secolo di vita; credo di debba anche considerare che da allora la composizione etnica, e linguistica, della provincia di Bolzano è profondamente cambiata. Questo significa che per molti abitanti, magari figli dei figli dei figli degli immigrati italiani nel ventennio fascista o nell'immediato dopoguerra, un toponimo inventato in quegli anni è diventato parte del loro mondo, dell'ambiente in cui si ritrovano. Perchè voler negare a un italofono la possibilità di riconoscere un luogo con il toponimo italiano, che gli è stato insegnato a scuola o in famiglia, quando va a fare una passeggiata in montagna, o quando va a cogliere funghi (dotato dell'indispensabile permesso)? Perchè voler negare a un turista di lingua italiana la possibilità di riconoscere un luogo da una cartina del Touring con la sua denominazione italiana?
Il ritorno a una sorta di limbo pre-Tolomei, quasi a voler rimettere a posto le cose una volta per tutte, è a-storico. La storia, che da allora si è rapidamente evoluta, accompagnata da profondi cambiamenti demografici, fa sì - a mio parere - che i toponimi oggi vigenti siano quelli in cui gli abitanti della provincia di Bolzano si riconoscono, ciascuno secondo la propria sensibilità e secondo il proprio retroterra etno-linguistico.
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