"tra i santi e gli insipienti, se vuoi metterci il dito usa i guanti". Con questa locularia frase pronunciata con voce incalcifita, W. Van der Kerkhof lapidò verbalmente la diatriba tra Curzio Malaparte e Tomas Skuhravy, ormai da tempo stabilizzatasi sull'uso del basilico da usarsi sulla caprese. Senza entrare nel demerito, ovvio che la cosa non può far restare indifferenti, tanto più che queste righe sono solo un cappello per nulla azzeccante con l'argomento del post, che riguarda appunto la mancata validità delle firme raccolte per il referendum sulla democrazia diretta.
Quasi 18.000 firme mandate a puttane per essere state raccolte su moduli sbagliati non sono certo un granchè rispetto alla progressiva devulcanizzazione dei fondali oceanici, ma sono comunque un buon viatico per piangere merenda a sproposito e lanciare accuse ai giudici in pieno stile berlusca. Il Comitato si lamenta, probabilmente vuole un'altra botta in testa, se non sbaglio insieme ai referendum si firmava anche una proposta di legge, può essere che arrivi anche quella (o è già arrivata?).
18.000 firme non sono poche, qualche centinaio di persone i moduli li avrà in qualche modo avuti in mano, e magari anche gente non proprio digiuna in fatto di raccolta firme. Possibile che a nessuno sia venuto il dubbio che dei fogli sciolti con delle firme autenticate non valgono nulla se non è specificato il motivo delle firme stesse? oppure il dubbio a qualcuno è venuto ma si è deciso di andare avanti comunque?
Niente di grave, il referendum si farà lo stesso perchè proposto anche da alcuni consiglieri provinciali, lanciando anche un bel messaggio al pubblico (popolo bue lascia stare, le cose le facciamo meglio noi politici). Il comitato non potrà fare propaganda e non beccherà neanche un euro di rimborso, e tutto questo per non aver preventivamente chiesto un parere tecnico al Partito per Tutti, il quale avrebbe senz'altro suggerito di usare dei fogli A3 ripiegati a mo' di protocollo sui quali nessuno avrebbe avuto modo di eccepire.
Una cosa simile era successa anni fa con Grillo e il suo milione e mezzo di firme raccolte del secondo Vaffadèi. Per una questione di tempistica le firme non furono considerate valide, e Grillo questo lo sapeva prima di raccoglierle, glielo avevano detto sia Di Pietro che Fernando Couto. Qui il guado tra cialtroneria e malafede fu ampiamente superato, per la questione nostra spremiamoci dalle ascelle qualche goccia di beneficio del dubbio. In fondo siam sudtirolesi, ce lo meritiamo
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