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Voglia di autonomia

Belluno: la fuga dei comuni. Trentino Alto Adige Südtirol come terra promessa.

Si allarga il fronte dei paesi che attraverso un referendum vogliono lasciare il Veneto. Dopo Sappada e Comelico Superiore, ora tocca ora ad Auronzo. E sono pronte le firme anche per Lozzo e San Vito di Cadore, i primi non confinanti.
Di
Ritratto di Luca Sticcotti
Luca Sticcotti22.01.2014

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Selbergebastelt

Wir und unsere Nachbarn

Szenario X

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Ritratto di Benno Kusstatscher
Benno Kusstatscher 22 Gennaio, 2014 - 20:12
Ich kann es gar nicht glauben, heute gleich zweimal in den Südtiroler Medien etwas über die Belluneser Gemeinden zu finden: In der Tageszeitung gibt es ein Interview mit Comelicos Bürgermeister und obendrein ist Mauro Ottobre initiativ für die aus Brescia und Vicenza. Was liegt da in der Luft? Beginnen wir etwa, uns für einander zu interessieren? http://www.tageszeitung.it/2014/01/22/suedtirol-wir-kommen/ - http://www.mauroottobre.it/2014/01/ottobre-si-a-ddl-su-comuni-confinanti/
Ritratto di Antonio Frena
Antonio Frena 23 Gennaio, 2014 - 20:46
Caro Luca, c'è un'imprecisione in quello che hai scritto. Il primo comune non confinante che ha chiesto (e poi superato brillantemente il referendum) il ritorno all'Alto Adige è stato quello di Colle Santa Lucia. Esso è compreso infatti tra i comuni di Livinallongo del Col di Lana e Cortina d'Ampezzo, senza giungere direttamente al confine della terra promessa. Vanta tuttavia un diritto primigenio, essendo Colle (Còl) assieme a Livinallongo (Fodòm) e Cortina (Anpezo), orginariamente appartenuto al Tirolo storico e poi separato da esso a causa del Fascismo che spezzò l'unità ladina tra tre province diverse, Bolzano, Trento e, appunto, Belluno. Esistono quindi comuni, come appunto i tre comuni cosiddetti "ladini storici" che vantano diritti culturali e storici assai più marcati rispetto agli altri comuni del bellunese. Cui ovviamente non si può negare una forte affinità con quelli del Trentino Alto Adige, nel quale tuttavia - è mia impressione - non cvi è un grande entusiasmo verso un eventuale accoglimento. Le motivazioni sono facilmente immaginabili e temo che la valanga di referendum non possa che peggiorare la situazione.
Ritratto di Luca Sticcotti
Luca Sticcotti 25 Gennaio, 2014 - 07:09
Al di la' delle vicende storiche, a mio avviso il punto vero e' che nelle spinte autonomiste, qualsiasi esse siano, va controllato soprattutto il tasso di egoismo e di pericoloso micro nazionalismo. E poi: chi può svolgere oggi questo ruolo di controllo?
Ritratto di Benno Kusstatscher
Benno Kusstatscher 25 Gennaio, 2014 - 22:31
Son d’accordo che l’idea autonomista è facilmente interpretata male in modo egoistico ed infortunatamente anche in modo micro nazionalista e, Luca, hai ragione ad osservarla con sospetto. Ma nessuno deve essere altruista e non è né egoistico né nazionalista chi chiede l’autonomia perché si sente trattato svantaggiosamente dall’attuale sistema politico. Non è il compito nostro a giudicare se un po’ di più autonomia vada gratuita per motivi storici o economici o se sia la risposta giusta per i ladini più o meno storici. La nostra responsabilità è invece di non negare che i nostri vicini sono trattati veramente svantaggiosamente dallo stato e da Venezia ed anche che ad un certo punto il nostro statuto speciale risulta in certi svantaggi per i confinanti. Questa “valanga di referendum” è nient altro che un urlo che dobbiamo sentire e prendere sul serio. Dobbiamo aiutare indifferentemente se vogliono l’accoglimento loro o noi o nessuno. Chiediamo perché urlano prima di analizzare il tono del urlo.
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